Le autorità iraniane hanno amputato le dita di due uomini condannati per furto: la pratica, seppur condannata come abominevole e illegale dagli attivisti ed usata non di consueto, è consentita dalla legge della Sharia ovvero dal codice penale della Repubblica islamica.
Secondo quanto riporta l’Abdorrahman Boroumand Centre, con sede negli Stati Uniti, da gennaio del 2000 le autorità iraniane avrebbero amputato le dita di almeno 131 uomini, con un calo negli ultimi anni.
Come riportato dalla Ong Human Rights Activists News, i due fratelli Shahab e Mehrdad Teimouri, di origine curda, hanno subito l’amputazione di quattro dita della mano destra tramite una macchina a ghigliottina nella prigione della città di Urmia, nell’Iran nord-occidentale, dopo l’arresto nel 2019 con relativa condanna.
In base al resoconto, sarebbero poi stati trasferiti in ospedale per cure mediche.
Il Center for Human Rights in Iran, con sede a New York, ha commentato: “Le amputazioni come forma di punizione sono vietate dal diritto internazionale, in particolare dal divieto di tortura e di trattamento o punizione crudele, inumano o degradante come delineato nella Convenzione contro la tortura e nel Patto internazionale sui diritti civili e politici, di cui l’Iran è firmatario”, con riferimento a due accordi delle Nazioni Unite.
Rimane il fatto che queste amputazioni accrescono i timori relativi all’aumento del numero di esecuzioni in Iran negli ultimi mesi. Secondo la Iran Human Rights, Ong con sede in Norvegia, 633 persone sono già state giustiziate dall’inizio di quest’anno.
Aggiornato il 01 novembre 2024 alle ore 09:50