Gli scontri continuano per il terzo giorno consecutivo. Nel sud del Libano si stanno svolgendo intensi combattimenti combattimenti nella zona di Khiyam tra le Forze di difesa israeliane – che hanno avviato un’incursione nel Paese all’inizio di ottobre – e i combattenti di Hezbollah intenzionati a difendere il territorio lungo la fascia a ridosso della linea di confine. Secondo fonti di Beirut, le truppe di Tel Aviv hanno consolidato alcune posizioni strategiche nella piana di Khiyam, situata a sud-est dell’omologa cittadina che, dall’alto della sua collina, domina i principali snodi viari verso nord. Il partito sciita filo-iraniano, da parte sua, ha dichiarato nella mattinata odierna di aver nuovamente preso di mira i soldati israeliani con colpi di mortaio, nel tentativo di respingere le forze nemiche che avanzano verso la città. Il villaggio conteso tra Hezbollah e l’Idf rappresenta un luogo simbolico nella memoria libanese.
Una fonte del Paese dei cedri ha rivelato al quotidiano Al-Diyar che il nuovo leader di Hezbollah, Naim Qassem, avrebbe aperto uno spiraglio alla diplomazia con Israele, una notizia riportata anche dal quotidiano israeliano Haaretz. Secondo la fonte, il discorso del capo del Partito di Dio, avvenuto mercoledì scorso, sembrava preludere all’avvio di negoziati per un cessate il fuoco. Tuttavia, la stessa fonte ha avvertito che il processo potrebbe richiedere settimane o addirittura mesi, precisando che “l’intensificazione dell’attività diplomatica nei prossimi giorni non si tradurrà necessariamente in un rapido cambiamento sul campo”.
E infatti, il presidente del consiglio di Metula, una città israeliana situata vicino al confine libanese, ha riferito della morte di cinque civili a causa di un lancio di razzi da parte di Hezbollah. L’episodio, avvenuto in una zona agricola nei pressi della città, ha visto la tragica perdita di quattro lavoratori stranieri provenienti dalla Thailandia e di un cittadino israeliano. Un membro della squadra di risposta alle emergenze di Metula ha dichiarato ad Haaretz che l’esercito aveva autorizzato l’ingresso dei lavoratori nella zona, nonostante si tratti di un’area militare chiusa.
TRUMP A BIBI: FINE DEL CONFLITTO ENTRO GENNAIO
Donald Trump spera che Benjamin Netanyahu concluda la guerra prima del suo eventuale ritorno alla Casa Bianca. L’ex presidente degli Stati Uniti ha auspicato che la fine del conflitto coincidesse con la sua vittoria alle Presidenziali, qualora vincesse le elezioni. Lo ha riportato il Times of Israel, citando fonti vicine alla questione. È stato un ex funzionario dell’amministrazione Trump e un suo omologo israeliano ad aver trasmesso questo messaggio al quotidiano, specificando che la questione è stata portata all’attenzione di Bibi quando il candidato repubblicano alla presidenza ha ospitato il premier israeliano nella sua residenza di Mar-a-Lago, in Florida, lo scorso luglio.
Sebbene il tycoon abbia confermato pubblicamente di aver detto a Netanyahu di voler vedere Israele vincere rapidamente la guerra, le fonti che hanno parlato con il Times of Israel sono le prime a rivelare che a tale richiesta era stato associato un calendario preciso.
Aggiornato il 31 ottobre 2024 alle ore 15:02