Meglio il digitale o i sensi naturali? Entrambi, di preferenza, quando si parla di spionaggio di massa, soprattutto da parte del Grande Fratello di Pechino. Ricordate l’onnipresenza dei servizi segreti di Saddam Hussein ai bei tempi delle dittature mediorientali? Ebbene, quando cadde il regime e fu possibile accedere agli archivi riservati, si ebbe modo di scoprire il tipo di controllo capillare, seppur artigianale, esercitato sulla popolazione civile di Bagdad da parte della polizia segreta del dittatore. Per ogni quartiere urbano della capitale, tutte le informazioni necessarie erano contenute in una grande stanza, sul cui pavimento era dipinta la carta stradale che riportava la pianta degli isolati interessati. Ai bordi di ciascuna strada, in coincidenza con il perimetro di ciascun edificio, era sistemato un contenitore metallico, con tanti scomparti quanti erano i piani corrispondenti. Ogni scomparto, a sua volta, conteneva un numero di fascicoli pari a quello degli inquilini che abitavano nell’edificio. In tal modo, il sistema era in grado di conoscere nel dettaglio l’affidabilità dei singoli residenti, schedati in base al loro grado di lealtà verso il regime, e la rete di parentele e di amicizie di cui erano i referenti. Oggi, lo Stato di sorveglianza del Grande fratello giallo ha mutuato dall’Iraq di Saddam analoghi metodi di schedatura, tanto è vero che le pareti degli uffici dei commissariati urbani sono tappezzate di fogli di carta, uno per ciascun isolato della circoscrizione amministrativa interessata, in cui sono elencati i dati di sintesi degli inquilini (nominativo, recapito telefonico e altre informazioni). A ciascuna unità immobiliare è poi assegnato un colore: verde, per “affidabile”; giallo in quanto “necessitante di attenzione”; arancione, invece, significa “da tenere sotto stretto controllo”.
Laddove un dato appartamento, segnato in giallo, presenti un alto grado di “turnover” dei residenti, allora lì si registra un “rischio elevato” di polizia e, pertanto, l’immobile deve essere sottoposto a stretta sorveglianza. In tal modo, sostengono i responsabili della sicurezza, per ciascuna circoscrizione si è realizzato un efficace sistema di prevenzione, in grado di individuare i rischi potenziali per la sicurezza. Ed è proprio questo tipo di governance voluto dall’Imperatore Xi Jinping a garantire la massima visibilità e capillarità dei punti di osservazione delle condotte di cittadini, con il monitoraggio preventivo dei pericoli reali o potenziali per la stabilità del regime. Agenti in borghese sorvegliano i singoli palazzi, monitorando le liti tra vicini e inquilini, mentre i pensionati vengono impiegati come spie, in un gioco di scacchi all’aria aperta, per avere a disposizione ulteriori occhi e orecchie dall’esterno. Per di più, sui luoghi di lavoro i responsabili aziendali sono tenuti a registrare i loro impiegati nei data base della polizia e a nominare dei “consulenti per la sicurezza”, con il compito di fare regolarmente rapporto alle forze dell’ordine sui comportamenti dei dipendenti. Questo sistema di controllo capillare dei cittadini, originato con la pandemia da Coronavirus e giustificato in origine come strumento indispensabile per contenere il contagio, ha oggi raggiunto livelli impensabili su scala generale, in quanto in grado di tracciare virtualmente nel tempo i movimenti di ogni singolo residente urbano.
Adesso, lo Stato di sorveglianza non si giustifica più con l’esigenza di fronteggiare un rischio specifico (come la pandemia o i movimenti di dissidenza), bensì di radicare quanto più possibile in profondità il controllo del Partito in ogni ambito della vita quotidiana, affinché non si verifichino disordini, anche quelli di minor peso o apolitici. Xi ha ribattezzato questo tipo di controllo come “esperienza Fengqiao” estesa all’epoca moderna, la quale prende il nome da una cittadina di provincia, divenuta ai tempi di Mao un luogo esemplare di rieducazione dei nemici di classe, che venivano sottoposti alle famigerate “sessioni di lotta” o raduni di denuncia affinché confessassero i loro crimini, come quello di aver scritto testi o poesie anti-comunisti. Questo tipo di raduni sono magistralmente descritti nel bellissimo romanzo-verità, Quando le montagne cantano, della scrittrice vietnamita Nguyễn Phan Quế Mai, in cui le vittime venivano pubblicamente umiliate, accusate, bastonate e torturate talvolta fino a ucciderle, a opera molto spesso di persone a loro molto vicine. L’idea di fondo resta sempre quella: fare leva sui controlli meticolosi e assillanti di polizia per impedire al cittadino ordinario di sfidare in qualsiasi modo, o di mettere comunque in discussione l’autorità e la legittimità del Partito.
E, al colmo dell’ipocrisia, i responsabili comunisti cinesi definiscono il tutto come un “pubblico servizio”, con lo scopo di realizzare la distanza-zero tra cittadino e istituzioni. In tal senso, ad esempio, si vorrebbe che l’Amministrazione, ottenute le informazioni di prossimità, possa agire con tempestività nella raccolta dei rifiuti, o mettere a punto ogni proficua azione per evitare che le liti condominiali arrivino in tribunale, grazie all’intervento dei mediatori del Partito. Ed è lo stesso Xi in persona a difendere le grandi virtù dell’esperienza Fengqiao che, a suo dire, consente ai responsabili del Partito di andare incontro alle aspettative e ai desideri dei cittadini, anche se richiede un “piccolo” sacrificio della libertà di espressione e del dissenso.
Soprattutto in un momento critico per la Cina, in cui l’economia rallenta e aumentano le proteste per i ritardi nel pagamento degli stipendi e delle case pagate e non ultimate, a causa della grave crisi della bolla immobiliare cinese. Ed è proprio in nome del Fengqiao e della promozione delle politiche di controllo di massa del Partito, che la polizia ha intensificato le ispezioni nelle abitazioni di tibetani, Uiguri e di altre minoranze, rendendo loro la vita sempre più difficile. Ma i talk e i social italiani non si occupano di queste cose serie, perché per fare audience e pubblicità servono ben altri battibecchi di galline e combattimenti di galli di cui conviene occuparsi.
Aggiornato il 11 giugno 2024 alle ore 12:13