Le proteste degli agricoltori in Francia e Spagna

Proteste, blocchi stradali, tensioni. Giornata calda per la mobilitazione degli agricoltori. In Francia il sindacato Rural Coordination, su X, fa sentire la sua voce per tutelare il comparto transalpino. E l’azione, vera e propria, si concretizza vicino all’Arco di Trionfo. Diversi membri della sigla sindacale si riuniscono in cima agli Champs-Elysées. Vengono sventolate bandiere in mezzo alle balle di fieno. “La Coordination rurale sta simbolicamente e pacificamente occupando l’Etoile”. Un blitz che mette nel “mirino” il presidente Emmanuel Macron e il Governo. Ci sarebbero anche dei fermi da parte dell’ordine (secondo alcune fonti di polizia citate da Le Figaro).

Ma non finisce qui. L’autostrada AP-7, l’arteria di collegamento per i trasporti su strada alla frontiera fra Spagna e Francia, è ancora interrotta da martedì a causa dei blocchi attuati in vari punti da decine di trattori degli agricoltori catalani: questo quanto indicato dal Servizio catalano di traffico (Sct). Ancora non è chiaro quando sarà possibile ripristinare la normale circolazione. Mentre vengono segnalati almeno quattro chilometri di code, mentre i tir che trasportano merce sono deviati nelle località di Borrassà e Vilademuls, in Catalogna.

Resta ancora interrotta anche la nazionale N-II all’altezza dello snodo con la AP-7, cruciale nelle connessioni dalla Spagna verso la Francia, anche se le mobilitazioni stanno rientrando. Tensioni, pure, tra manifestanti e polizia nel corso di una protesta degli agricoltori a Saragozza. I media locali indicano che i contatti tra partecipanti alla manifestazione e agenti sarebbero avvenuti di fronte al Parlamento dell’Aragona. Blocchi stradali pure nelle province di Girona, Lleida e Huesca, nella regione della Cantabria e pure in provincia di Palencia (Castiglia e León).

Nel frattempo, il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, intervistato da Italia Oggi, osserva: “Viviamo un momento di eccezionale gravità. È in atto una crisi di sistema a livello mondiale: c’è una crisi geopolitica indotta dall’aggressione della Russia all’Ucraina, c’è la crisi mediorientale, c’è la chiusura parziale degli approvvigionamenti dal canale di Suez. Per questo – prosegue – ho inserito nel documento che ho presentato allo scorso Agrifish la richiesta di garantire una moratoria europea sui debiti degli agricoltori dei diversi Stati membri, in accordo col sistema bancario, che dovrebbe tornare a porre l’economia reale al centro dei suoi investimenti. Se le aziende sono in difficoltà – termina – vanno aiutate a sopravvivere. Se l’economia reale affonda, il sistema bancario, per quanto virtuoso, non sta in piedi”.

Aggiornato il 01 marzo 2024 alle ore 15:45