Alla Conferenza di Monaco-2024 è suonato un campanello d’allarme

La Conferenza di Monaco è il forum più autorevole dedicato alle questioni di sicurezza. Determina il modo in cui il mondo occidentale percepisce gli eventi legati alla sicurezza internazionale e talvolta incide anche sul loro sviluppo. Quest’anno i diplomatici presenti hanno finalmente iniziato a sostenere la tesi secondo cui l’aggressione russa contro l’Ucraina non sia un caso isolato, ma una guerra dell’asse del male contro l’Occidente collettivo. Alcuni sono arrivati a dire apertamente che si tratta di una nuova guerra mondiale, cosa che fino a poco tempo fa alcuni Paesi occidentali negavano. Tuttavia, è opportuno evitare una percezione eccessivamente catastrofica di questi eventi che risulterebbe controproducente. A Monaco non sono mancate le voci di coloro che hanno cercato di convincere i colleghi a svegliarsi. La Conferenza sulla sicurezza di Monaco del 2024 (Msc) ha avuto anche un importante valore simbolico in quanto, quest’anno, è stata la 60esima volta che i leader politici mondiali si sono riuniti nella capitale della Baviera.

Il programma della conferenza ha purtroppo confermato i sospetti della vigilia, ossia che per molti politici e diplomatici la guerra della Russia contro l’Ucraina sta lentamente passando in secondo piano. È difficile rendersi conto che a soli 800 chilometri dal luogo di svolgimento della conferenza sulla sicurezza si trovi l’Ucraina, contro la quale è in corso una crudele guerra di aggressione. Sebbene, le azioni della Federazione Russa continuino a essere definite illegali e la Corte Internazionale di Giustizia si sia espressa più volte in favore dell’Ucraina, per effetto delle altre crisi in corso, l’aggressione russa ha cessato di essere una priorità. Il cosiddetto “Rapporto di Monaco”, che ogni anno viene preparato per la Corte internazionale di giustizia ed è una sorta di verifica dello stato della sicurezza internazionale, quest’anno non contiene neanche una sezione dedicata specificamente all’Ucraina.

Nel rapporto, si ritiene che il mondo stia entrando in un periodo di lotta di tutti contro tutti e l’aggressione russa sia, in effetti, solo un tassello di questo mosaico. Una sorta di fatalismo ha preso la scena alla conferenza di Monaco, quasi che ciò che sta accadendo sia inevitabile. In altre parole, la volontà dell’Occidente di vincere questo scontro non si è fatta sentire. Anche il motto ufficiale scelto per la conferenza del 2024, in qualche modo, è stato emblematico di questo spirito: “Lose-lose”, cioè “Tutti perdono”. Sebbene questa frase fosse contrassegnata da un punto interrogativo, lascia perplessi che gli organizzatori della conferenza di Monaco, invece di cercare come l’Occidente possa prendere il sopravvento nel confronto globale, si siano proposti di dimostrare che tutte le parti in causa nei vari conflitti nel mondo perderanno insieme. Fortunatamente, questa logica di sconfitta collettiva ha trovato alcune voci discordi. Molti leader europei hanno dedicato il proprio intervento per riportare sotto i riflettori l’aggressione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa. Per dimostrare che è possibile sconfiggere la Russia. Contrariamente all’idea degli organizzatori della conferenza, molti politici hanno fatto dichiarazioni a Monaco che hanno riportato i loro colleghi alla realtà. Olaf Scholz, per esempio, è stato il primo a dedicare quasi tutto il proprio discorso all’Ucraina, identificando correttamente che, in questo momento, l’aggressione russa è la principale sfida alla sicurezza. È stato altrettanto importante che il cancelliere tedesco abbia ammesso francamente che l’Occidente non sta facendo abbastanza per aiutare le forze armate ucraine e che questo è il problema più rilevante.

In effetti, gli Stati occidentali si sono trovati in una posizione di svantaggio fin dall’inizio perché “la Russia si preparava da molti anni per questa guerra”, mentre loro non lo hanno capito e hanno continuato a vivere in un paradigma di pace. Per questo motivo Putin ha ottenuto un vantaggio in termini di tempo. Ora è fondamentale recuperare il tempo perduto. Per questo Berlino sta aumentando drasticamente le spese militari, che comprendono anche le spese per gli aiuti all’Ucraina. “La Germania investirà più del 2 per cento del PIL nella difesa quest’anno, il prossimo e negli anni successivi – negli anni 2020, 2030 e oltre”, ha spiegato. Pertanto, nel prossimo futuro, Kyiv riceverà da Berlino un pacchetto di armi del valore di 1,1 miliardi di euro ed entro la fine dell’anno il valore dei pacchetti di sicurezza tedeschi ammonterà a 7,1 miliardi di euro. Sebbene non venga detto ufficialmente, si ritiene che un aumento così brusco dei budget tedeschi per la difesa sia anche collegato al fatto che Berlino sta cercando di compensare la perdita di stabilità delle forniture statunitensi. Dopotutto, gli aiuti americani sono ancora in discussione.

Purtroppo, non tutti i politici europei sono pronti a riconoscere la gravità della situazione. “Sembra che in Europa manchi il senso di urgenza, nonostante la situazione in prima linea sia molto difficile”, ha detto in particolare il primo ministro danese Mette Frederiksen all’inizio dell’incontro, avuto a margine della Conferenza di Monaco, con il presidente Zelenskyy. Il premier danese ha promesso che farà di tutto per “promuovere la fornitura dell’assistenza necessaria adesso, e non tra un anno o sei mesi”. Per questa sua posizione netta, che pone al centro la tempistica delle forniture a Kyiv, il capo del Governo danese è diventato il protagonista dei colloqui sull’Ucraina a Monaco. In materia di aiuti militari, il ministro degli Affari esteri ucraino Dmytro Kuleba è stato molto chiaro quando ha detto che per trovare proiettili e armi per le forze armate ucraine, l’Europa deve comprendere il nodo centrale del problema: la Russia non ha intenzione di fermare la sua aggressione in Ucraina. Questa previsione, frutto di un’accurata analisi d’intelligence, risulta condivisa da diversi apparati di sicurezza occidentali. “Pertanto, ogni volta che le Forze armate ucraine lasciano un’altra città a causa della mancanza di munizioni, pensate al fatto che ciò significa che i soldati russi sono alcuni chilometri più vicini alle vostre case e ai vostri figli. E se guardate da questa prospettiva, troverete il modo per sostenere l’Ucraina”, ha spiegato Kuleba. Gli applausi, che hanno accompagnato il suo intervento, testimoniano che le sue parole erano condivise da molti partecipanti alla Conferenza di Monaco.

(*) Docente universitario di Diritto internazionale e normative sulla sicurezza

Aggiornato il 20 febbraio 2024 alle ore 16:02