Sahara occidentale: il Marocco riceve appoggio dall’Onu

Giovedì prossimo il ministro degli Esteri spagnolo, José Manuel Albares, intraprenderà un significativo incontro a Rabat con il suo omologo marocchino, Nasser Bourita, con l’esplicito obiettivo di potenziare le relazioni bilaterali tra i due Paesi. Fonti diplomatiche, in una comunicazione all’agenzia di stampa Europa Press, hanno delineato l’importanza dell’incontro, anticipando che i due ministri esamineranno in dettaglio i progressi compiuti nell’attuazione della tabella di marcia concordata nell’aprile 2022. L’incontro assume particolare rilevanza poiché fa seguito al vertice tra il presidente del governo spagnolo, Pedro Sánchez, e il re del Marocco, Muhammad VI, avvenuto lo scorso aprile. In quell’occasione, la Spagna ha dato il proprio via libera al piano di autonomia marocchina per il Sahara occidentale. Oltre alla valutazione dei progressi in questa direzione, l’agenda di Albares a Rabat prevede anche un incontro con imprenditori, mirato a consolidare ulteriormente le relazioni economiche e commerciali tra i due Paesi, che hanno sperimentato una notevole crescita dopo il rafforzamento dei legami diplomatici.

Parallelamente, nell’ambito delle dinamiche internazionali, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha recentemente adottato una risonante risoluzione, ribadendo il proprio sostegno al processo politico intrapreso sotto l’egida esclusiva del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per risolvere la controversia sul Sahara occidentale. La risoluzione, inoltre, ha enfatizzato la definitiva rinuncia al referendum sull’autodeterminazione, segnando una svolta significativa nella prospettiva di risoluzione del conflitto. Il testo approvato invita tutte le parti coinvolte a cooperare pienamente con il segretario generale delle Nazioni Unite e il suo inviato personale, al fine di giungere a una soluzione politica sulla base delle risoluzioni adottate dal Consiglio di sicurezza a partire dal 2007. La risoluzione conferma e sostiene il processo politico basato sulle 19 risoluzioni del Consiglio di sicurezza, con l’obiettivo dichiarato di raggiungere una soluzione “giusta, duratura e reciprocamente accettabile” alla questione.

Curiosamente, la risoluzione, in coerenza con precedenti pronunciamenti del Consiglio di Sicurezza negli ultimi due decenni, evita qualsiasi menzione del referendum, segnalando che sia il segretario generale delle Nazioni Unite, l’Assemblea generale che il Consiglio di Sicurezza considerano ormai definitivamente superato tale approccio, secondo quanto riportato dall’agenzia stampa marocchina Map. Inoltre, la risoluzione sostiene le precedenti del Consiglio di Sicurezza che danno preminenza all’iniziativa di autonomia presentata dal Marocco come una proposta seria e credibile per la risoluzione definitiva della controversia regionale. Queste risoluzioni ribadiscono la richiesta di censimento della popolazione nei campi di Tindouf e chiedono sforzi concreti per raggiungere questo obiettivo.

La controversia tra il Regno del Marocco e il Fronte Polisario per il controllo del Sahara occidentale continua a polarizzare la diplomazia mondiale. Da un lato, Stati Uniti, Israele, Spagna, Francia, Arabia Saudita, Emirati Arabi e oltre altre 40 nazioni riconoscono la sovranità marocchina sulla regione. D’altra parte, Paesi come l’Algeria, l’Iran, la Corea del Nord e la Siria sostengono la proposta di autonomia del Polisario per il Sahara occidentale. L’organizzazione Fronte Polisario, nata nella regione del Sahara occidentale, lotta per l’indipendenza dalla sovranità del Marocco attraverso una combinazione di azioni diplomatiche, economiche e, in particolare, militari, con il sostegno dell’Algeria e dell’Iran, nonché degli Hezbollah libanesi.

A seguito di un’indagine resa pubblica lo scorso febbraio sul sistema di trasferimento di denaro attraverso il processo hawala, utilizzato dal Polisario per il riciclaggio di denaro in Algeria, sono emerse ulteriori sfaccettature della complessa relazione finanziaria tra le due entità. Il canale d’informazione israeliano I24News ha riportato che tali legami non sono solamente di natura finanziaria ma presentano anche una componente ideologica, parte di un “piano generale” controllato a distanza dalle guardie rivoluzionarie, il corpo d’élite dell’esercito iraniano.

Il canale d’informazione israeliano I24News circa un mese fa ha rivelato una conversazione telefonica registrata dopo il 7 ottobre tra il rappresentante del Polisario nel Levante, Mustapha Lamine, e un affiliato ad Hezbollah di nome Abdellatif, evidenziano una connessione ideologica e strategica. Nella registrazione si ascolta Lamine dire che “i suoi ragazzi” si sentono incoraggiati “dalle vittorie della resistenza e dalle azioni contro gli ebrei”. L’uomo di nome Abdellatif coglie l’occasione per chiedere se i membri del Polisario possono unirsi ad una “lotta” più ampia. Domanda alla quale il capo del fronte separatista risponde affermativamente. I due si accordano quindi per effettuare attacchi simultanei, nel Golan, nel Libano meridionale, e nel Sahara atlantico.

Inoltre, l’Iran sta consolidando la sua presenza in una zona strategica e ricca di risorse, adiacente alle cruciali rotte marittime occidentali dell’Oceano Atlantico. Le implicazioni geopolitiche più significative potrebbero verificarsi nella regione del Sahara, nell’Africa nordoccidentale. Attraverso il crescente sostegno a oppositori, sia statali che non statali, del Marocco, l’Iran sta cercando di indebolire un fedele alleato occidentale che rappresenta un pilastro di stabilità in un contesto già tumultuato. Una preoccupazione di particolare rilevanza per il Marocco è la fornitura di droni d’attacco da parte dell’Iran al Fronte Polisario. Il rappresentante permanente del Marocco presso le Nazioni Unite, Omar Hilale, ha sottolineato ripetutamente i trasferimenti di droni attraverso l’Algeria e ha avvertito che il Marocco risponderà in modo “adeguato”.

Aggiornato il 12 dicembre 2023 alle ore 12:39