La “granularizzazione” dell’Isis ha esportato il “jihad” soprattutto in Europa, ma ha anche prodotto una sotto-specie di Stato islamico “nascosto” nei territori siro-iracheni che erano il perimetro geografico della “formazione” Statale jihadista.

Il suicidio dell’autonominato “Califfo” Abu Bakr al-Baghdadi, avvenuto il 26 ottobre del 2019 durante un blitz delle forze speciali statunitensi che accerchiarono l’ultimo rifugio del capo dell’ormai ex Stato islamico, situato ad Idlib nel nord-ovest della Siria, ha fatto uscire al-Baghdadi dalla “scena” mondiale con la stessa platealità con cui era entrato. Messo in condizioni di non poter più contare sulla sua libertà di praticare una forma personale e particolarmente cruenta del terrorismo jihadista, all’interno di un califfato, al-Baghdadi si fa esplodere con moglie e sembra alcuni figli, in un tunnel utilizzando i tradizionali giubbotti esplosivi molto cari al terrorismo islamico.

Il 29 ottobre, appena tre giorni dopo la morte di al-Baghdadi, il presidente Donald Trump tramite un tweet, annunciò che anche il sostituto del califfo era stato ucciso dalle truppe statunitensi, non specificando né il nominativo né la circostanza, dichiarando che: “la successione del numero uno di Abu Bakr al-Baghdadi è stata interrotta dalle truppe americane”, aggiungendo: “Molto probabilmente avrebbe preso il suo posto, ora è morto”. L’annuncio di Trump che il rimpiazzo di al-Baghdadi era stato eliminato non fu mai confermato pubblicamente, ma all’epoca fonti Reuters riferirono che gli Stati Uniti avevano avvalorato l’uccisione del portavoce dello Stato Islamico Abu al-Hassan al-Muhajir. Tuttavia appena una settima dopo la morte dell’ex Califfo, la “gerarchia” dell’Isis “il Consiglio della Shura” nominò, in un primo momento, Al-Qurashi come leader ad interim dell’organizzazione terroristica. Lo Stato islamico territorialmente ed economicamente era stato ormai quasi annichilito, il suo potere sul territorio della “Mezza luna fertile” e sulle “capitali”, l’irachena Mosul e la siriana Al Raqqua, era esaurito, come era semi esaurita alche l’ascendenza sui numerosi aspiranti jihadisti che orami erano orfani del loro pseudo Stato.

Mercoledì 20 maggio l’esercito iracheno, su informazione dei suoi servizi di spionaggio, ma anche degli onnipresenti “007” statunitensi, ha arrestato un probabile leader dell’ex Stato islamico presente sul territorio iracheno; anche se ufficialmente tale notizia è stata confermata, le circostanze non sono assolutamente chiare. Il terrorista già noto all’intelligence irachena, è stato identificato inizialmente come Abu Ibrahim al-Qurashi, attuale capo ufficiale dell’Isis, ma in seguito le forze di sicurezza hanno chiarito che la persona arrestata è Abd Nasser Qardash o Abdel Nasser Qirdash, anche lui uomo di primo piano del gruppo jihadista. Agenzie di stampa arabe hanno affermato che Qardash è il più alto rappresentante mai catturato del residuo Stato islamico.

Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurashi, alias Amir Mohammed Abdul Rahman al-Mawli al-Salbi, è nato a Tell Afar in Iraq, e fonti irachene riferiscono che non è stato arrestato, come riportato inizialmente da Sky News Arabia, citando informazioni provenienti dal Servizio di intelligence nazionale iracheno. Al-Qurashi o al-Mawli, si è laureato in scienze islamiche all’Università di Mosul, ha poi prestato servizio come ufficiale dell’esercito di Saddam Hussein e ha aderito al partito Baath. Quando gli Stati Uniti hanno invaso l’Iraq nel 2003, si è unito ad Al-Qaeda e nel 2004 è stato detenuto nella nota prigione di Camp Bucca nell’Iraq meridionale, sotto sorveglianza delle Forze statunitensi, dove ha fatto conoscenza e si è legato al futuro califfo Abu Bakr al-Baghdadi. Nei cinque anni della sua permanenza nell’Isis è stato complice di al-Baghdadi, nella “interpretazione” e nell’applicazione del salafismo jihadista, partecipando a brutalità terroristiche, alle innumerevoli atrocità e violazioni dei diritti umani tra cui il genocidio nel nord dell’Iraq degli yazidi e la conseguente schiavizzazione sessuale delle ragazze di questa antica comunità, degli stupri organizzati e delle sistematiche condanne a morte su chiunque potesse traspirare sospetto.

Nel complesso, la notizia credo sia stata esposta in modo piuttosto enfatica, e forse volontariamente confusa, in quanto le informazioni sono abbastanza contrastanti, anche su chi è veramente il successore di al-Baghdadi; di sicuro un leader dell’Isis è stato arrestato, ed è un successo dell’ex “mente” dei servizi segreti iracheni Mustafa al-Kadhimi, da poco capo del governo dell’Iraq. È anche un successo degli Stati Uniti che hanno, in pochi mesi, colpito anche l’Iran con l’uccisione del loro più influente generale Qasem Soleimani, ma è anche certo che dietro a questo colpo inferto alle macerie dell’Isis, ci sia la capillare e penetrante azione dei Kurdi, supportati dai Servizi segreti statunitensi e determinanti nella lotta contro lo Stato islamico. Tuttavia da quanto detto si conferma che l’Isis, ormai contratto a gruppo terroristico jihadista piuttosto che ad uno Stato, è ancora operante nell’area del Vicino Oriente ed è un punto di riferimento per il jihadismo internazionale, ma è anche vero che nel complesso le vere dinamiche dei fatti difficilmente saranno comunicate dai media.

 

 

Aggiornato il 22 maggio 2020 alle ore 11:33