Iraq, 22 morti in proteste a Karbala

Un commando di uomini incappucciati ha aperto il fuoco contro i manifestanti che protestavano a Kerbala contro il governo iracheno. Secondo un primo bilancio, sono oltre 22 le vittime e circa 865 i feriti negli scontri tra manifestati e polizia. Lo riporta l’emittente Al Arabiya che cita la Commissione irachena per i diritti umani. La polizia nega di aver ucciso qualcuno.

Secondo le fonti, migliaia di manifestanti sono tornati in piazza ieri sera ma nella notte sono stati attaccati da non meglio precisati uomini armati che hanno sparato sui civili. Dall’inizio di ottobre sono più di 250 i manifestanti uccisi a Baghdad e nelle città del sud del Paese. Gli iracheni sono scesi in piazza per il quarto giorno ieri in una seconda ondata di proteste contro il governo del primo ministro Adel Abdul Mahdi e l’élite politica che considerano corrotta. Le proteste si sono interrotte per due settimane prima di riprendere il 25 ottobre.

Secondo un rapporto Onu, nel corso delle proteste cominciate a inizio ottobre contro la corruzione imperante e la disoccupazione diffusa, “i diritti umani sono stati calpestati. Le perdite in vite umane, i ferimenti gravi e i danni causati da questi atti di violenza sono tragici”. Il documento solleva inoltre preoccupazioni circa l’uso diffuso di limitare le informazioni disponibili sulle manifestazioni, e denuncia arresti arbitrari, minacce e molestie.

“Il clima di intimidazione e paura è indegno del potenziale iracheno come società aperta e democratica”, sottolinea il rapporto ricordando che “l’Iraq ha fatto molta strada” ed è dunque “essenziale non mettere a repentaglio i risultati ottenuti”. L’Onu invita dunque a mettere in atto misure concrete per consentire manifestazioni pacifiche e di protezione per coloro che partecipano alle proteste. Si invita, inoltre, il governo ad adottate ulteriori misure per perseguire e punire i responsabili delle violenze e degli abusi.

Aggiornato il 29 ottobre 2019 alle ore 17:16