Il Marocco tra nuove prospettive logistiche ed energetiche

La società petrolifera francese “Total” ha pubblicato i risultati riguardanti la prima metà del 2019 in rapporto alle proprie vendite in Marocco. I dati diffusi da Total Maroc mostrano un aumento annuo delle vendite del 13 per cento, 862mila tonnellate a fine giugno 2019, supportando l’apertura di sei nuove stazioni di servizio nella prima metà del 2019 e portando la rete totale del Marocco a 323 punti vendita. Questa buona performance commerciale conferma i solidi fondamenti delle attività dell’azienda, ha affermato il distributore di carburante in una nota, ripresa dall’Agenzia stampa Agenzia Nova. Un trend che richiama all’attenzione mediatica il successo del Marocco in ambito economico e di diversificazione energetica.

Il Marocco è riuscito a fornire energia elettrica a tutti i suoi abitanti e guarda al futuro energetico del Paese attraverso una sana “diversificazione” e puntando sui piani internazionali e nazionali di approccio ecosostenibile. La nuova strategia energetica nazionale ha dato vita a due agenzie per coordinare lo sviluppo delle energie rinnovabili: l’Agenzia solare marocchina, poi ribattezzata Agenzia marocchina per l’energia sostenibile (Masen) e l’Agenzia nazionale per lo sviluppo delle energie rinnovabili (Aderee).

Il mercato dell’energia è stato posto su base commerciale, con la graduale eliminazione delle sovvenzioni ai combustibili fossili. Le attuali politiche energetiche hanno già portato alla produzione del 35 per cento del fabbisogno nazionale di energia elettrica grazie a gigantesche strutture “green” come quella del Noor Complex, costruito nel deserto e avviato a febbraio del 2016. Con una capacità di 580 megawatt e un’area di 3mila ettari si tratta di uno dei più grandi sistemi a concentrazione solare del mondo che, a regime, può produrre abbastanza energia elettrica da supportare una città delle dimensioni due volte quella di Marrakesh. Il piano energetico del Regno è ambizioso e prevede il superamento delle rinnovabili a danno di petrolio, gas e carbone entro il 2030, raggiungendo così livelli che solo pochi Paesi al mondo possono vantare.

Una “visione energetica” accompagnata da nuove prospettive logistiche e di scambio nel Mediterraneo.  Il Porto di Tangeri Med è tra le opere del Mediterraneo più importanti, un collante tra Europa e Nord Africa. Come ben descritto dal Think Tank Imprese del Sud, Tangeri Med rappresenta la porta principale del continente, sorpassando Port Said in Egitto e Durban in Sudafrica e può accogliere nove milioni di container, triplicando i tre milioni attualmente gestiti. L’investimento totale, avviato dodici anni fa, ammonta a oltre 8 miliardi di euro, di cui 4,87 miliardi elargiti da finanziatori privati. La maestosa struttura offre la base a 912 aziende nei settori industriale, logistico e dei servizi creando migliaia di posti di lavoro.

Il Regno del Marocco ha compreso l’importanza della logistica e della sovranità energetica per il complesso futuro del Mediterraneo. Una realtà da guardare con estrema attenzione non solo per le prospettive future del bacino allargato del Mediterraneo ma anche per le nuove proposte e progettualità provenienti dal continente africano e dalle attività diplomatiche degli stessi stati del Nord Africa.

Aggiornato il 06 settembre 2019 alle ore 12:37