La “Guerra globale libica”

Le abilità “militari e politiche” di Khalifa Haftar (ex CIA) hanno ordinato le “Regioni” libiche della Cirenaica, del Fezzan e parte della Tripolitania, sotto una sovranità non omogenea.  La spinta militare del Generale Haftar di questi ultimi quattro  mesi, tesa alla “conquista” e annessione di Tripoli, se avesse successo, porterebbe la Libia ad una ricompattazione politica e geografica dopo l’era Gheddafi, ma, come riferisce, Tarek Megerisi, studioso della “questione”, in una intervista a Le Monde Afrique: “La stagnazione dell’offensiva del Maresciallo su Tripoli, offusca la sua immagine di uomo forte con il rischio di indebolire la sua immagine politica”. Il fattore tempo nel concludere la “pratica Tripoli”, è determinante, in quanto, considerando il profilo sociologico dei “libici”, il rischio di un eccessivo dilungarsi dell’assedio alla capitale tripolina, potrebbe causare un calo dell’identificazione di Haftar, come leader del popolo libico. Tale rallentamento, creerebbe un nuovo stato di anarchia in Cirenaica e nel Fezzan e potrebbe spalancare le “porte”, già socchiuse, di queste aree, all’Isis, sempre in agguato.

Si deve considerare che la battaglia campale, in questa fase, è integrata pesantemente da Haftar, con raid aerei, che hanno lo scopo, oltre quello di distruggere siti militarmente strategici, anche quello di manifestare “energie” militari e una certa “coesione internazionale”, ai “burattinai” di Sarraj. Va detto che la perdita di Gharyan, città della Tripolitania ritenuto avamposto per la conquista di Tripoli, avvenuta alla fine di giugno, ha determinato una fase nuova del conflitto. Una frenata scomoda per l’ANL (Esercito Nazionale Libico) di Haftar; infatti le recenti incursioni aeree contro alcuni quartieri di Tripoli e centri abitati limitrofi, come Tajoura e Salaheddine, hanno lo scopo di riconquistare Gharyan, per riottenere un alto spessore di attendibilità politica e militare. Se Haftar non conseguirà nuovamente una credibilità “militare”, possiamo ipotizzare che questo potrebbe essere l'inizio del declino della sua “immagine”. È noto che se un personaggio come il Generale dovesse palesare la “debolezza militare”, lo porterebbe, in una prima fase, ad essere ancora più pericoloso e aggressivo, perdendo l’aspetto strategico a lungo termine e cavalcando atteggiamenti bellicosi, violenti e distruttivi a “corto raggio”, mascherando, così, le sue carenze sul “campo”.

L’intensificazione dei raid aerei, su Tripoli, su Misurata e su Mourzouq, nel sud-ovest del paese, sono un preoccupante segnale del possibile “stato di debolezza”. La rottura di Haftar della tregua concordata per l’Eid al-Adha (festa del sacrificio che si celebra dal 10 al 14 agosto) prova che, sebbene indebolito della sua posizione, non è ancora pronto ad intraprendere negoziati diplomatici. Il rapimento e il probabile assassinio di un membro del parlamento di Tobruk, la psicologa Siham Sergewa che si batteva per la fine della guerra, i recenti attentati con autobomba contro ufficiali dell'ANL e ad un convoglio delle Nazioni Unite avvenuti a Bengasi, causati da un diffuso malcontento, dovuto anche al ritorno in “sacchi di plastica” di molti giovani cirenaici, denotano la pericolosa situazione che Haftar deve gestire, considerando che a questa guerra non credono in molti e che più si affievolisce l’immagine dell’”uomo forte”, più l’instabilità sociale si manifesta.

Ma troppo semplice sarebbe il confronto se fosse solo militare, infatti l’aspetto economico e finanziario sta esercitando, sul peso della bilancia del confronto tra Faïez Sarraj e Khalifa Haftar, un ruolo determinante. Come riportano gli studi del centro di ricerca Noria Research, Haftar in questi ultimi anni, grazie alla sua posizione militare dominate, ha creato un impero economico esercitando quella che viene definita una "strategia di predazione" sui territori della Cirenaica e Fezzan, tesi ad acquisire le “nuove fonti di reddito”.

Brevemente, tali “fonti di reddito” sono anche una sorta di “necessità economica” e scaturiscono da articolate “inibizioni commerciali internazionali” e da azioni “politico strategiche” che hanno stimolato l’ANL di Haftar ad operare come “strumento economico”, attivando e coordinando le varie organizzazioni paramilitari mercenarie, di buona parte dell’area regionale libica, a scopo di “mercato”. Ad un sguardo superficiale il primo svantaggio dell'ANL può sembrare insuperabile: la sede delle due maggiori istituzioni economiche e finanziarie del paese, la National Oil Company (NOC), che gestisce i ricavi derivanti dallo sfruttamento degli idrocarburi e la Banca Centrale, che rappresenta tutte le entrate statali, è a Tripoli. Il “finto” Governo di'"accordo nazionale" (GAN), identificato dalla Comunità Internazionale (Stati avvoltoi) a Tripoli, ha causato al rivale potere di Bengasi, sul quale si appoggia l'ANL, un evidente immediato svantaggio. Tuttavia la Cirenaica ha creato le proprie istituzioni economiche e finanziarie: una Banca Centrale ed un parallelo NOC, non riconosciute però dalla Comunità Internazionale, rendendo la duplicazione quasi inutile; nondimeno, per paradosso, l'ANL controlla la maggior parte dei giacimenti petroliferi e i terminali di esportazione, soprattutto la “Mezzaluna del petrolio” confinante con il Golfo della Sirte. Ma la Comunità Internazionale, non derogando nel mantenimento dell'"integrità delle istituzioni finanziarie" tripoline, lascia il controllo dei flussi del mercato petrolifero “ufficiale” ed interessi collegati, in mano al NOC e alla Banca Centrale di Tripoli; tale posizione di principio, ha di fatto operato a favore del Governo di Sarraj.

Da parte sua Bengasi, tramite i suoi sponsor regionali, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita (collegati ai noti Stati pseudo alleati “occidentali”), “ha superato” i tentativi di “sabotaggio finanziario” imposti dalla Comunità Internazionale, inserendo in questa dinamica di “mercato”, i suoi “prodotti”, commercializzati anche da coloro che ufficialmente lo ostacolano. Inoltre l’ANL mercanteggia anche con l’enorme quantità di materiale ferroso di scarto e in questi ultimi tempi, sembra anche che stia coordinando il traffico dei migranti di tutta l’area centro-nord africana.

Le “analisi” mostrano, anche, che l’aumento del potere dell'ANL è dato dal  Comitato Militare per l’Investimenti e i Lavori Pubblici, denominato "Comitato militare", strumento tramite il quale l'ANL regola l'economia regionale della Cirenaica creando una rete commerciale vasta e capillare. Un esempio è il peso esercitato sul Sistema bancario privato finalizzato ad erogare prestiti che alimentano un “debito a rischio”, verosimilmente, questo, è uno dei motivi che ha scatenato l'offensiva di Haftar su Tripoli. Non è casuale che tra le milizie dell’esercito di Haftar nelle ultime battaglie su Tripoli e dintorni, sia stata notata la presenza di numerosi “gruppi” paramilitari mercenari provenienti dalle “bande armate” che orbitano “nella rischiosa rete finanziaria” controllata dal "Comitato militare" di Bengasi.  

Aggiornato il 26 agosto 2019 alle ore 15:10