Brexit, Johnson si candida per Downing Street

Ora è ufficiale: Boris Johnson è in corsa per la premiership britannica. L’ex ministro degli Esteri di Londra lancia la sfida per sostituire Theresa May alla leadership Tory e a Downing Street. E lo fa sullo sfondo dell’inizio della visita di Stato nel Regno Unito del presidente americano Donald Trump. Attraverso Twitter, Johnson ribadisce di voler portare a termine la Brexit entro il 31 ottobre, “con o senza accordo”.

In un video programmatico, allegato al nuovo profilo Twitter #BackBoris (SostieniBoris), Johnson attacca sostenendo l’importanza di “avere il coraggio di dire alla gente che questo Paese ce la può fare, se davvero lo vogliamo”.

Non manca un riferimento all’impegno di dare più risorse al sistema sanitario nazionale (Nhs), nonostante la causa giudiziaria intentata contro di lui per presunto abuso della pubblica fiducia in conseguenza della promessa – giudicata da più parti mendace – fatta durante la campagna referendaria del 2016, a proposito della possibilità di destinare agli ospedali i fantomatici 350 milioni di sterline che Londra non avrebbe dovuto più versare all’Ue ogni settimana.

Johnson, molto popolare nella base del Partito conservatore, resta il favorito nella corsa alla successione della May, che si dimetterà formalmente da leader Tory il 7 giugno, dopo la fine della visita di Trump.

Ma a Johnson i rivali nel gruppo parlamentare non mancano. In particolare i ministri Michael Gove e Jeremy Hunt, considerati i meglio piazzati, fra gli altri 12 aspiranti finora in lizza, per provare a sbarrargli il passo prima del ballottaggio finale di fronte agli iscritti.

Aggiornato il 03 giugno 2019 alle ore 15:02