Kim Jong-un giustizia i negoziatori del fallito vertice con Trump

Kim Jong-un mostra il suo volto più crudele. Il dittatore nordcoreano ha fatto giustiziare i funzionari ritenuti “responsabili” del fallito vertice con Donald Trump. Il secondo summit con gli Usa, ad Hanoi. Il capo negoziatore Kim Hyok-chol è stato ucciso a marzo, mentre Kim Yong-chol, ex braccio braccio di Kim, è finito in un campo di rieducazione. Il supremo leader non ha risparmiato neanche l’onnipresente sorella minore Kim Yo-jong, alla quale “è stato consigliato di tenere un basso profilo”. Kim Hyok-chol, controparte dello speciale rappresentante americano per il Nord Stephen Biegun, è finito a marzo davanti al plotone con altri quattro funzionari, schierato all’aeroporto di Mirim, per l’accusa di aver spiato per conto degli Stati Uniti.

La tesi delle esecuzioni è sostenuta da un quotidiano di Seul, secondo cui Kim Yong-chol, interlocutore del segretario di Stato Mike Pompeo che ha incontrato anche a Washington, dove è stato ricevuto alla Casa Bianca da Donald Trump, è stato sanzionato coi lavori forzati nella provincia di Jagang, mentre Kim Song-hye del dipartimento del Fronte Unito è finita in un campo per prigionieri politici. Addirittura, sarebbe finita in un campo di prigionia anche per l’interprete del leader, Shin Hye-yong. È accusata di aver “macchiato l’autorità” di Kim per un errore ad Hanoi durante il suo lavoro di traduzione.

Aggiornato il 31 maggio 2019 alle ore 16:24