Isole, spoglie e desolate che si estendono verso nord attraverso l’Oceano Pacifico, dall’estremità nordorientale di Hokkaido alla punta meridionale della penisola del Kamchatka, con una superficie di circa 10mila chilometri quadrati, e che rappresentano una delle dispute territoriali più lunghe nel Far-East asiatico tra Russia e Giappone. Sono oggetto di un contenzioso territoriale che blocca la conclusione di un trattato di pace tra i due Paesi.
Le quattro isole interessate, chiamate dalla Russia Curili del Sud e dal Giappone Territori del Nord, sono Kunashir, Iturup (Etorofu), Shikotan e le isolette rocciose di Habomai. L’isolotto più meridionale del gruppo Habomai si trova a pochi chilometri al largo di Nemuro, sull’isola giapponese di Hokkaido. Le isole separano il mare di Ochotsk dal Pacifico settentrionale. Come riportato in un articolo pubblicato sul Nodo di Gordio, a causa della controversia, Russia e Giappone non hanno mai firmato un trattato di pace per porre fine alla Seconda guerra mondiale.
Nel 1855, Russia e Giappone hanno firmato il Trattato di Shimoda, che ha dato al Giappone la proprietà delle quattro isole del sud e alla Russia la proprietà di quelle del nord. La comunità si è sviluppata su tre delle isole del sud e all’inizio della seconda guerra mondiale c’erano 17mila residenti giapponesi. La Russia ha preso il controllo delle isole, alla fine della guerra, e dal 1949 ha deportato tutti i residenti in Giappone. Con il trattato di pace di San Francisco del 1951, firmato tra gli Alleati e il Giappone, il Giappone rinunciò “ad ogni diritto, titolo e pretesa sulle isole Curili”, così come su altri possedimenti. Ma questo non ha risolto nulla, perché la Russia non ha firmato il trattato e il governo giapponese non ha mai riconosciuto le quattro isole come facenti parte della catena Curili.
Nel 1956, la Dichiarazione congiunta tra Giappone e Unione Sovietica ha ripristinato i rapporti diplomatici tra le due nazioni, ma un accordo di pace formale è rimasto fuori dalla portata a causa della disputa territoriale. A quel tempo, la Russia ha proposto di restituire le due isole più vicine al Giappone, accordo che il Giappone ha respinto, in parte perché le due isole rappresentano solo il 7% del territorio in questione. Da allora, la controversia è rimasta irrisolta.
Le risorse naturali sono parti rilevanti della disputa. Le isole sono circondate da zone ricche di pesca, dove sembra ci siano riserve offshore di petrolio e gas. Depositi rari di renio sono stati trovati nel vulcano Kudravy sull’isola di Iturup. Anche Il turismo è una potenziale fonte di reddito, le isole sono un paradiso naturale con una natura ancora incontaminata. Il mancato trattato di pace, a 73 anni dalla fine della guerra, rimane fonte di tensione.
La presenza di forze americane nel nord del Giappone, inclusi gli EA-18 Growlers (sviluppati per la guerra elettronica) della marina in grado di bloccare radar nemici e gli F-16 Fighting Falcons della vicina base aerea di Misawa in grado di distruggere radar e lanciamissili, potrebbero rappresentare fattori, non di poco conto, nei negoziati sulla disputa territoriale.
Inoltre, secondo quanto riportato da Stars and Stripe, nello scorso gennaio, l’aeronautica giapponese ha schierato i suoi primi jet F-35A Lightning II Stealth a Misawa, che negli ultimi anni ha anche ospitato i droni di sorveglianza senza equipaggio degli Stati Uniti. Mentre lo scorso anno, la Russia aveva schierato due tipi di missili antinave sulle isole di Iturup e Kunashiri come risposta alla decisione di difesa missilistica nel Pacifico occidentale, incluso il piano di installare le batterie Aegis Ashore in Giappone.
Notizie stampa riportano di piani russi per potenziare le forze di terra sulle isole, che già ospitano unità di artiglieria ed elicotteri. Lo scorso marzo, due aerei Su-35 - il caccia più avanzato della Russia – sono atterrati sull’isola di Iturup per la prima volta, provocando una protesta giapponese. Il ministero della Difesa russo avrebbe schierato nel 2017 i sistemi missilistici Bal (SS-C-6 Sennight) e Bastion sulle isole Iturup e Kunashir con lo scopo di rafforzare le difese delle basi navali e delle infrastrutture a terra. Le unità apparterrebbero alla 72a Brigata missilistica di difesa costiera attivata nel 2014. Un battaglione Bastion comprende otto lanciatori sul telaio MZKT-7930 ad alta mobilità.
All’inizio di quest’anno il Primo ministro russo, Dmitry Medvedev, con un decreto, ha permesso al Ministero della Difesa russo di utilizzare l’aeroporto civile sull’isola di Iturup, rappresentando l’ultimo passo del build-up militare russo che ha visto Mosca schierare alcuni dei suoi più recenti sistemi di difesa missilistica nelle isole oltre a progettare la costruzione di una base navale. L’isola ha ospitato una base aerea sovietica durante la Guerra Fredda e il suo aeroporto verrà utilizzato ancora quando necessario.
Secondo quanto riportato da Kyodo News l’estate scorsa, il presidente russo Vladimir Putin, ha dichiarato che la smilitarizzazione delle isole dovrebbe essere valutata nel contesto di una riduzione della tensione in tutta la regione. Le isole contese formano una barriera strategica attorno al Mare di Okhotsk, considerato un rifugio sicuro per i sottomarini militari russi al riparo da potenziali avversari, oltre al fatto che l’arcipelago rappresenta una posizione di difesa avanzata, in grado di assicurare alla Russia il controllo dello spazio aereo e marittimo del Mare di Okhotsk e garantisce una base di appoggio e rifornimento per le unità della flotta russa del Pacifico operanti nella regione.
Secondo James Brown, esperto di affari internazionali presso il campus giapponese della Temple University, la Russia sembrava aver adottato un approccio diplomatico quando ha escluso il territorio conteso dalle massicce esercitazioni militari Vostok del 2018 con la Cina. Ma, nello scorso ottobre, i russi hanno effettuato un esercitazione a fuoco sulle isole, provocando lamentele da parte del Giappone.
Inoltre, secondo il sindaco di Rausu, villaggio sulla costa orientale di Hokkaido, la presenza russa a nord causa molti problemi per i locali. I pescatori giapponesi che attraversano la linea che divide lo stretto tra Hokkaido e Kunashiri vengono arrestati e le loro imbarcazioni sequestrate. Ci sarebbero stati anche alcuni incidenti al confine. Le navi bianche della Guardia costiera del Giappone sono ormai una presenza costante al largo o nei porti locali, lungo la costa nord-orientale di Hokkaido.
Nonostante tutto, i giapponesi e i russi hanno concordato di impegnarsi nello sviluppo economico congiunto della zona in cinque aree: acquacoltura, agricoltura, turismo, green energy e gestione dei rifiuti. Il Giappone spera che questo porti a una risoluzione della disputa territoriale, anche se rimane molto scetticismo sul fatto che la Russia restituisca tutto il territorio. All’Est Economic Forum di Vladivostok, il 12 settembre scorso, Putin ha fatto appello al premier giapponese, Shinzo Abe, per firmare un trattato di pace senza prerequisiti, ma naturalmente i giapponesi non hanno accettato.
(*) Country analyst del think tank “Il Nodo di Gordio“
Aggiornato il 09 novembre 2018 alle ore 12:20