L’Azerbaigian festeggia il 95esimo anniversario dalla nascita del leader Heydar Aliyev. Basterebbe un semplice giro in auto per le strade di Baku per comprendere l’importanza per l’Azerbaigian della figura di Heydar Aliyev, il padre della patria, presidente della Repubblica dell’Azerbaigian dall’ottobre del 1993 all’ottobre del 2003. Heydar Aliyev ha rappresentato per l’Azerbaigian la sua indipendenza e forza, la necessità di edificare una struttura statuale moderna, istituzioni consolidate, sostenere lo sviluppo della società civile e dell’economia, promuovere l’identificazione dell’opinione pubblica e delle strutture di potere, dopo i complessi primi anni dell’indipendenza.
In Italia, grazie al lavoro dell’Ambasciata della Repubblica di Azerbaigian, l’anniversario sarà occasione per la presentazione del volume “Heydar Aliyev e l’Azerbaigian indipendente: discorsi e interventi”, pubblicato dalla Casa Editrice Nuova Cultura a cura di Andrea Carteny e Daniel Pommier Vincelli. Come si legge nell’introduzione al volume: “Heydar Aliyev, riprendendo l’eredità della prima repubblica azerbaigiana del 1918-1920, definisce una nuova forma di patriottismo civico che si modella attorno alla specificità culturale del Paese. Questa specificità possiede diversi aspetti: il secolarismo e la tolleranza verso le identità religiose e i gruppi minoritari nazionali, l’autonomia e il rafforzamento delle strutture statuali rispetto agli altri centri di potere che stavano lacerando il tessuto connettivo del Paese, la strategicità del Paese collocato tra Oriente ed Occidente e capace di sfruttare questa sua condizione per accrescere la propria indipendenza rispetto alle potenze regionali come la Russia, la convinzione che le immense risorse energetiche azerbaigiane servissero da volano per la modernizzazione del Paese, la ferita aperta del Nagorno-Karabakh con il suo immenso costo umanitario, un milione tra rifugiati e sfollati interni nel 1988-1994, che però rappresenta un orizzonte ideale per la comunità nazionale azerbaigiana e che l’Azerbaigian sceglie di risolvere all’interno della legalità delle convenzioni internazionali”.
Come ricordato dagli storici del Caucaso, il presidente Heydar Aliyev è stato il primo presidente azerbaigiano a visitare l’Italia, incontrando le istituzioni politiche ed economiche, per intrecciare legami politici e diplomatici che l’attualità ha reso ancora più forte. Heydar Aliyev visita il nostro Paese nel 1997, sostenendo l’apertura dell’ambasciata azerbaigiana e gettando le basi di un rapporto che si rafforza ulteriormente; una relazione concretizzata dai continui e crescenti scambi economici e culturali e dalla promozione di progetti strategici, anche per l’Europa, come il gasdotto Tap che entro il 2020 vedrà la luce.
Il ricordo di Heydar Aliyev è incarnato anche dall’attività della Fondazione Heydar Aliev che è uno dei soggetti promotori di politiche culturali, sociali e filantropiche più attivi al mondo. Come ribadito dagli autori del volume: “Celebri sono i suoi interventi sul territorio italiano: il restauro dei musei capitolini, o delle catacombe dei SS. Marcellino e Pietro. Nella scena politica internazionale contemporanea, in cui i fattori culturali e sociali di soft power, assumono a contatto con l’opinione pubblica un’importanza crescente, l’eredità di Heydar Aliyev continua a rinforzare lo Stato azerbaigiano nel contesto globale. Sarà proprio tale visita in Italia a far conoscere l’importanza del multiculturalismo dell’Azerbaigian nella nostra penisola e nel Vaticano, infatti, il dialogo tra Giovanni Paolo II e il presidente azerbaigiano è un’importante testimonianza del riconoscimento del carattere secolare, multiculturale e di tolleranza religiosa dell’Azerbaigian contemporaneo”.
Come ho avuto modo di poter osservare durante la mia ultima visita nella perla del Caucaso, agli occhi occidentali Baku appare una capitale sfavillante, in pieno sviluppo e non da meno il resto del Paese dove gli obiettivi di sviluppo sono priorità istituzionale e il progresso delle infrastrutture è continuo. L’Azerbaigian, inoltre, rappresenta un emblema di integrazione e di dialogo interreligioso, tutte le comunità religiose e le fedi diverse vivono pacificamente. Tutto ciò grazie alla strategia lungimirante di Heydar Aliyev, proseguita oggi dal presidente Ilham Aliyev.
(*) Presidente dell’Istituto di Ricerca di Economia e Politica Internazionale (Irepi)
Aggiornato il 10 maggio 2018 alle ore 00:44