Ilham Aliyev si conferma presidente, al quarto mandato con il con l’86 per cento dei voti. Tutti gli altri otto candidati non hanno supertato il 4%. Per la precisione gli sconfitti dalla turnata elettorale hanno ottenuto: Gudrat Hasanguliyev il 3,04%, Zahid Oruj il 3,11%, Sardar Jalaloglu il 3,02%, Hafiz Hajiyev l’1,51%, Araz Alizade l’1,39%, Faraj Guliyev l’1,18% e Razi Nurullayev lo 0,75% .
Sono stati più di 5 milioni i cittadini chiamati alle urne. Poco prima della data delle elezioni, la Commissione elettorale centrale (Cec) ha riportato i dati sul monitoraggio del voto, evidenziando un’ampia presenza di osservatori internazionali e consulenti di organizzazioni. Durante le procedure elettorali è stata notata un’ampia partecipazione della stampa, registrando una presenza di circa 118 giornalisti esteri, di 50 media internazionali, 894 osservatori internazionali provenienti da 59 Paesi, nonché da 60 organizzazioni internazionali. Sono stati predisposti 5.641 seggi diffusi per 125 distretti. Agli osservatori elettorali è stata data la possibilità di raccogliere dati e sondaggi e di visitare, monitorare e fotografare numerosi punti elettorali.
Come riportato da Agenzia Nova riprendendo quanto dichiarato dal presidente della Cec Panahov, il voto si è svolto in un’atmosfera molto serena e in linea con gli standard internazionali, consentendo agli elettori azerbaigiani di esprimere il loro consenso in linea con i diritti costituzionali. Panahov ha aggiunto inoltre che durante le procedure elettorali non sono stati registrati disordini e casi di violenza. Per garantire la sicurezza sono state installate delle telecamere in mille seggi elettorali sparsi in 119 distretti, uno strumento che ha consentito alla Cec di monitorare il processo direttamente dalla sua sede centrale a Baku. Giorgi Mokhidze, capo della delegazione georgiana all’assemblea parlamentare del Guam, ha dichiarato che le presidenziali azerbaigiane si sono svolte “in linea con i criteri e gli standard internazionali di un’elezione democratica, oltre che nel rispetto della legislazione nazionale”.
Peter Marcek, parlamentare di Bratislava e presidente del gruppo di amicizia Azerbaigian-Slovacchia, ha detto che “le elezioni si sono svolte in maniera assolutamente democratica” e ha lanciato un appello all’opposizione invitandola a “seguire il volere del popolo azero, ovvero della maggioranza”. Chiamato a intervenire dopo l’annuncio dei risultati preliminari, il presidente Aliyev ha ringraziato la popolazione che ancora una volta gli ha concesso la fiducia annunciando che nei suoi prossimi sette anni di mandato “l’Azerbaigian diventerà più forte”.
Gli obiettivi per il futuro sono tanti, principalmente la soluzione del conflitto armeno-azerbaigiano del Nagorno-Karabakh, a causa del quale un quinto del territorio dell’Azerbaigian, inclusi la regione del Nagorno-Karabakh e sette distretti adiacenti, rimangono sotto l’occupazione dell’Armenia e più di un milione di rifugiati e sfollati interni azerbaigiani non possono ritornare ai loro luoghi di origine, contrariamente alle quattro risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, altre dell’Assemblea Generale dell’Onu, dell’Osce, altre ancora dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa e del Parlamento europeo, che confermano l’integrità territoriale dell’Azerbaigian e richiedono all’Armenia di ritirare le sue truppe dai territori occupati. Il presidente Aliyev proseguirà nelle riforme e in una politica incentrata sulla diversificazione economica, auspicando un rapido superamento dell’economia nazionale legata agli idrocarburi, al potenziamento delle infrastrutture, in particolare per il ruolo del Paese come hub sui corridoi transnazionali di trasporto, così come allo sviluppo ulteriore dei settori l’Ict, del comparto agricolo e del turismo. Questo status viene sostenuto da una crescita economica che si è attestata oltre il 2 per cento nei primi tre mesi dell’anno corrente con una possibilità di crescita nei prossimi anni fra il 3 e il 3,5 per cento.
Fondamentale ribadire il particolare rapporto con l’Italia che continua ad essere un partner privilegiato per il Paese del Caucaso. Nel 2017 l’Italia si è confermata primo partner commerciale dell’Azerbaigian, con un commercio bilaterale di 4,7 miliardi di dollari, pari al 20.91% del commercio totale dell’Azerbaigian - un aumento del 232% rispetto al 2016. Un rapporto strategico nel settore energetico, dato che nel 2017 l’Azerbaigian è stato il primo Paese fornitore di petrolio greggio all’Italia, con una percentuale pari al 18,6 per cento del totale importato dal Bel Paese e il Trans-Adriatic Pipeline, parte del Corridoio Meridionale del Gas, fondamentale per la sicurezza energetica. Non va dimenticato, inoltre, la presenza delle aziende italiane nel settore delle infrastrutture.
Notizia di spessore è stata quella dell’accordo raggiunto dalla società italiana Dba Group e dal Port of Baku finalizzato all’erogazione di servizi di ingegneria e di architettura per il nuovo porto in Alat e per lo sviluppo di piattaforme informatiche e di automazione dei processi portuali e logistici del nuovo porto. L’accordo è stato ufficializzato in occasione della IV Commissione Mista Intergovernativa di cooperazione economica Italia-Azerbaigian e dell’Italy Azerbaijan Business Forum, durante il quale Marco Politi, direttore commerciale del gruppo societario, ha illustrato i passaggi che hanno portato alla nascita dell’accordo. Dba Group si occuperà della progettazione e della direzione lavori per la realizzazione del terminal passeggeri del nuovo porto. Invece, Actual doo, società operativa del gruppo con sede in Slovenia e specializzata nello sviluppo di software legati alla logistica, si occuperà dello sviluppo di una piattaforma di per l’ottimizzazione dei processi logistici e delle operazioni del terminal nel porto di Baku.
(*) Presidente dell’Istituto di Ricerca di Economia e Politica Internazionale (Irepi)
Aggiornato il 13 aprile 2018 alle ore 13:57