Venezuela: chavisti assaltano Parlamento

Le celebrazioni per l’anniversario dell’indipendenza del Venezuela sono state sconvolte ieri da centinaia di militanti chavisti che hanno attaccato la sede dell’Assemblea Nazionale, in mano all’opposizione, mentre si celebrava una cerimonia ufficiale per la festa nazionale, ferendo almeno una decina di persone. Si tratta dell’ennesima esplosione di violenza di uno scontro politico che ha già provocato un bilancio di quasi cento morti. Tutto è cominciato quando, senza preavviso, un gruppo di esponenti del governo, capeggiato dal vicepresidente Tareck El Aissami e centinaia di militanti chavisti hanno fatto irruzione nella sede dell’Assemblea Nazionale, per “rubare” all’opposizione la tradizionale cerimonia di lettura del manoscritto originale della dichiarazione di indipendenza, proclamata il 5 luglio 1811.

“Ci troviamo nella sede stessa di un potere dello stato che è stato sequestrato dalla stessa oligarchia che tradì Simon Bolivar e la sua causa”, ha detto El Aissami in un breve discorso nel quale ha promesso che la riforma costituzionale promossa dal governo segnerà la sconfitta di “chi vuole consegnare la patria agli oscuri interessi dell’imperialismo”. Quando la delegazione governativa si è ritirata, i militanti chavisti sono però rimasti nei pressi del Parlamento, dove il presidente dell’assemblea, Julio Borges, ha dato inizio alla cerimonia per la festa nazionale.

È stato allora che i sostenitori del presidente Nicolas Maduro - senza che le forze dell’ordine intervenissero - hanno disposto un assedio intorno al palazzo, consentendo di uscire ai giornalisti ma non ai deputati che avrebbero dovuto prima riconoscere la legittimità dell’autorità del presidente. I presenti all’interno del palazzo del Parlamento si sono rifugiati nell’emiciclo ma, una volta aperte le porte della sala per fare uscire la stampa, sono stati attaccati in modo violento dai militanti chavisti, che hanno sparato razzi traccianti e fumogeni e aggredito deputati e giornalisti con pugni, calci e bastonate. Almeno cinque deputati e sette funzionari parlamentari sono rimasti feriti nell’attacco. Uno di loro, Americo Di Grazia, è stato colpito alla testa e al torace ed è stato portato d’urgenza in ospedale.

Il suo collega Tomas Guanipa ha mostrato alla stampa bossoli raccolti all’interno dell’assemblea, per dimostrare che i chavisti hanno anche utilizzato armi da fuoco. “Il governo manda gente armata, perché sanno che non ce la fanno a mandare gente a votare”, ha commentato Guanipa, mentre un altro deputato ferito alla testa, Armando Armas, ha dichiarato che “quasi 100 ragazzi sono morti in piazza per difendere la Costituzione, non mi importa prendere qualche botta in testa”.

Aggiornato il 06 luglio 2017 alle ore 09:02