Iran: uccisi quattro sospetti terroristi affiliati all’Isis

Quattro terroristi legati all’Isis sono stati uccisi ieri in una operazione di polizia a Rudan, nella regione iraniana di Hormozgan situata nei pressi dello Stretto di Hormuz. I quattro, secondo quanto hanno riferito i vertici della polizia di Teheran, erano armati e sono stati uccisi durante uno scontro a fuoco dopo essere stati scoperti. Nel loro covo gli agenti hanno trovato fucili d'assalto, proiettili, esplosivi e una bandiera dell'Isis. Il comandante della polizia della regione di Hormuzgan, Azizollah Maleki, ha detto che due dei quattro terroristi avevano carte di identità straniere, senza riferire i Paesi di provenienza, mentre gli altri due erano privi di documenti e sono in corso accertamenti per accertarne l'identità.

Intanto il Capo di stato maggiore della Difesa iraniana, generale Mohammad Baqeri, rendendo omaggio alle vittime degli attacchi terroristici di mercoledì scorso a Teheran, ha dichiarato che "le Forze armate dell'Iran daranno lezioni indimenticabili ai terroristi e ai loro sostenitori regionali e trans-regionali". Baqueri ha affermato che "i terroristi, nutriti dagli Stati Uniti e dai Sauditi, sono destinati al fallimento", perché "la storia degli ultimi quattro decenni mostra che nessuno è in grado di impedire l'influenza spirituale della rivoluzione islamica sulla regione ricorrendo alla forza, al terrore e alla violenza".

Il generale ha quindi fatto riferimento al presidente americano, Donald Trump, invitando "coloro che hanno partecipato alla danza delle spade saudita a imparare le lezioni dal passato e a non ripetere i precedenti errori contro la nazione iraniana". Le parole di Baqueri fanno seguito alla immediata reazione iraniana agli attacchi terroristici, con lo stato di emergenza e controlli a tappeto su tutto il territorio. Una reazione coordinata di intelligence, polizia, Pasdaran e Forze armate che ha portato, negli ultimi giorni, a oltre 120 arresti e all'uccisione all'estero di quella che è stata indicata come la "mente" degli attentati di Teheran, che era riuscita a fuggire dall'Iran dopo gli attacchi. Un'operazione quest'ultima portata a compimento sabato scorso - secondo quanto riferito domenica dal ministro dell'Intelligence, Mahmoud Alavi - "grazie alla collaborazione di servizi di intelligence stranieri amici".

Aggiornato il 13 giugno 2017 alle ore 15:37