Turchia: arrestato il presidente di Amnesty

La procura di Smirne ha emesso ieri mattina 23 mandati d’arresto contro avvocati accusati di legami con la presunta rete golpista di Fethullah Gulen, tra cui il presidente di Amnesty International in Turchia, Taner Kilic, che è stato anche legale del giornalista italiano Gabriele Del Grande, trattenuto ad aprile per 2 settimane dopo essere stato fermato dalle autorità al confine con la Siria. Kilic è stato arrestato nella sua abitazione, che è stata anche perquisita come il suo studio. Almeno altri 17 dei legali ricercati sono stati già fermati.

Il fatto che le purghe della Turchia post-golpe abbiano raggiunto persino il presidente di Amnesty International in Turchia è l’ennesima prova del punto a cui sono giunte e di quanto siano diventate arbitrarie. Taner Kilic ha una lunga storia di difesa di quelle libertà che le autorità turche stanno cercando adesso di calpestare”, ha commentato il segretario generale di Amnesty, Salil Shetty, chiedendo “l’immediato rilascio” dei legali fermati. Secondo l’ong, “al momento il fermo di Taner Kilic non appare legato al lavoro di Amnesty International, né sembra prendere di mira specificamente l’organizzazione”. Nel direttivo della branca turca dell’ong per diversi periodi a partire dal 2002, Kilic ne è presidente dal 2014.

Nel pomeriggio di ieri, poi, la procura di Ankara ha emesso 18 nuovi mandati d’arresto, sempre con l’accusa di legami con la rete di Fethullah Gulen. Secondo Anadolu, tra i ricercati ci sono anche 4 dipendenti e altri 4 ex dipendenti della principale azienda del settore della difesa in Turchia, Aselsan, che produce equipaggiamento militare per l’esercito. Tutti i sospetti sono accusati di aver utilizzato ByLock, una app di messaggistica per smartphone che, secondo gli investigatori, veniva impiegata dai membri dell’organizzazione per scambiarsi informazioni criptate. Altre 49 persone sono state arrestate con accuse analoghe in 24 province.

Aggiornato il 08 giugno 2017 alle ore 15:30