Domani il summit del riavvicinamento tra Pechino e Bruxelles

Dopo il G7 del gelo con Trump, domani a Bruxelles andrà in scena il summit Ue-Cina che marcherà uno spettacolare riavvicinamento tra Pechino e Bruxelles. Mentre da Washington è in arrivo l'annuncio del ritiro degli Stati Uniti (con modalità ancora tutte da definire e nonostante il "tappeto rosso" che era stato srotolato a Taormina), Cina e Unione europea riconfermeranno l'impegno verso l'accordo di Parigi sul clima ed annunceranno precise misure concrete di attuazione, indicano alte fonti europee alla vigilia del vertice che prevede già domani sera la cena all'Europa Building del premier Li Keqiang con i presidenti di Consiglio e Commissione, Donald Tusk e Jean Claude Juncker.

I cinesi arriveranno con una delegazione molto folta ed approderanno a Bruxelles dopo una visita a Berlino. Sarà occasione di un "forte segnale politico", spiegano le fonti, mentre gli sherpa di entrambe le parti sono ancora al lavoro per finalizzare le conclusioni del vertice, che prevede anche la firma di una serie di accordi, tra cui un memorandum d'intesa sugli investimenti, sulla tutela della proprietà intellettuale, sui cofinanziamenti, sulla governance degli oceani, sul turismo, per la cooperazione doganale e su una roadmap per l'energia pulita.

"Nessuno si lamenterà perché sarà stato un vertice con pochi risultati", osservano le fonti, che tra gli obiettivi in arrivo indicano anche il riconoscimento reciproco delle denominazione di origine dei prodotti. Gli europei toccheranno il tema dei diritti umani e in agenda, specificano le fonti, ci sono anche le sfide globali sul commercio (con Pechino che vuole riconfermare il suo sostegno al multilateralismo e alle regole del Wto, implementando la nuova Via della Seta) e su difesa e sicurezza (è previsto che si discuta anche di "Siria, Libia, Iran, Afghanistan, Russia, Corea del Nord e Birmania" e delle operazioni peacekeeping in Africa).

Tra i temi sensibili, la necessità di stabilire la reciprocità nell'apertura dei mercati anche per gli appalti pubblici e gli investimenti. Le fonti indicano che restano anche punti di distanza, come sulla questione della sovracapacità produttiva dell'acciaio, dove i punti di vista sono praticamente opposti. Ma Pechino e Bruxelles hanno intenzione di "essere molto chiari" sul messaggio politico, soprattutto nell'impegno sul clima. Sul quale l'eventuale uscita degli Stati Uniti preoccupa, ma che "non è la fine del mondo": "Proprio nel momento in cui esce un partner importante come gli Usa, la dichiarazione di Ue e Cina di voler andare avanti sarà ancora più importante".

Aggiornato il 01 giugno 2017 alle ore 16:53