La “Primavera araba” dell’America

Gli obiettivi del presidente americano Barack Obama in Medio Oriente hanno posto fine al dominio della maggior parte dei leader arabi “laici” della regione. Le idee di Obama potrebbero essere state il frutto, almeno in parte, della propaganda riguardante i motivi per i quali i musulmani erano considerati privi di libertà. Pare sia stato detto a Obama che se tutti questi dittatori laici fossero stati rovesciati, sarebbe fiorita una magnifica “Primavera araba”. Sembra che fosse proprio questo l’obiettivo dei Fratelli musulmani: ottenere l’aiuto dall’America per rovesciare le dittature – soprattutto militari e laiche – sostituendosi ad esse e instaurando regimi dittatoriali islamisti. Si dà il caso che gli obiettivi dei Fratelli musulmani fossero in linea con quelli di Obama riguardo al Medio Oriente. Il presidente americano pronunciò il suo primo discorso importante al Cairo davanti a un gran numero di sceicchi islamici e membri del Fratelli musulmani. Obama conferì loro potere e legittimità. Tradito, il presidente egiziano Hosni Mubarak non era presente al discorso. Ebbe inizio così, con la benedizione degli Stati Uniti, l’ascesa al potere dei Fratelli musulmani.

Oggi, i normali cittadini egiziani collegano l’ascesa dei Fratelli musulmani direttamente all’amministrazione Obama. Il Cairo era sul punto di diventare la capitale del nuovo Califfato islamico, se gli egiziani dopo un anno non fossero scesi in piazza in milioni per fermarli. L’amministrazione Obama non sembrò felice della controrivoluzione, né della salita al potere dell’attuale presidente egiziano, il generale Abdel al-Fattah al-Sisi, e cominciò a fare tutto il possibile per contrastarlo. L’Egitto era di nuovo al punto di partenza: una dittatura militare che un tempo aveva convinto l’Occidente di essere la causa della sua oppressione.

Questa avventura americana di una “Primavera araba” – rovesciare i dittatori laici per instaurare delle democrazie – non ha funzionato come previsto. L’idea di portare libertà e democrazia al Medio Oriente è fallita miseramente, ma la tirannia del Califfato, che era il primario obiettivo dei Fratelli musulmani, ha preso forma. Dopo che l’Egitto ha sconfitto i Fratelli musulmani, l’obiettivo di stabilire il Califfato islamico in Egitto è stato semplicemente spostato in Siria, l’unico Paese arabo dove un leader musulmano laico è sopravvissuto alla “Primavera araba”.

Promuovere l’Islam sembra anche essere stato un fattore importante nell’equazione di Obama per l’America. Prima di iniziare ad attuare la promessa di “cambiare l’America così come la conosciamo”, Obama doveva cominciare con il cambiare il Medio Oriente così come lo si conosceva. I numerosi cambiamenti da lui propugnati erano in linea con gli obiettivi dei Fratelli musulmani. Il loro motto è: “Allah è il nostro obiettivo. Il Profeta è la nostra guida. Il Corano è la nostra legge. Il jihad è la nostra via. Morire sulla via di Allah è la nostra suprema speranza”. Ma anche se i Fratelli musulmani sono stati dichiarati illegali in Egitto, l’amministrazione Obama si rifiuta ancora di dire che si tratta di un’organizzazione terroristica. Sotto Obama, l’Islam è diventato intoccabile e non può essere oggetto di nessuna critica. Egli ha anche affermato che “l’Islam fa parte del tessuto della nostra nazione fin dalla sua fondazione”.

Il segretario di Stato Hillary Clinton ha seguito l’esempio, organizzando diverse conferenze a porte chiuse sulla “Diffamazione della religione”, per sopprimere la libertà di espressione e criminalizzare a livello internazionale qualsiasi critica mossa all’Islam con pene pecuniarie e detentive. Anche in un recente dibattito, la Clinton ha dichiarato che “l’Islam ha fatto sempre parte della storia americana, sin dalla guerra d’Indipendenza”. La Clinton avrebbe preferito incolpare la libertà di espressione del terrorismo anziché i precetti violenti dell’Islam. Solo un mediorientale potrebbe comprendere il valore inestimabile che ha un simile dono per gli obiettivi dei jihadisti islamici in America. È deplorevole che molti americani non sappiano ancora che gli islamisti riscrivono la storia al fine di affermare che ogni terra che vogliono conquistare, in origine, era islamica o fondata dai musulmani – anche se storicamente l’Islam nacque nel VII secolo, centinaia di anni dopo il Giudaismo e il Cristianesimo. Oggi, i musulmani hanno riscritto i loro libri di storia per rivendicare il fatto che furono loro a costruire i luoghi biblici ebraici e l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (Unesco) si è piegata ai voleri del Qatar e dell’Organizzazione della Cooperazione islamica (Oci) – un blocco di 56 Paesi islamici più la “Palestina” – per avvalorare questa finzione. L’Unesco ha di recente votato risoluzioni che, ignobilmente, dichiarano che i monumenti biblici ebraici – come la Grotta dei Patriarchi a Hebron, la Tomba di Rachele a Betlemme e il Monte del Tempio a Gerusalemme, dove si trovano i grandi templi ebraici – sono siti islamici. Quale Paese sarà il prossimo? Questo crescente sovvertimento dovrebbe essere un motivo sufficiente perché tutti i Paesi occidentali democratici escano dalle Nazioni Unite. La corruzione che affligge l’Onu non è una novità, né una sorpresa, e non lo è nemmeno il fatto che l’organizzazione sia gestita da un “club di dittatori” antidemocratici i cui interessi sono opposti ai nostri.

I jihadisti accampano oggi rivendicazioni territoriali su Italia, Grecia e Spagna e ora sull’America. Obama e Hillary Clinton in realtà hanno consolidato tali rivendicazioni per i futuri libri di storia musulmani in merito a chi ha davvero costruito l’America. Agli americani la scelta: possono continuare a conferire potere all’Islam e ad aiutare i musulmani estremisti a infiltrarsi nel sistema americano – addirittura c’è una risoluzione della Camera dei Rappresentanti per mettere a tacere ogni critica nei confronti dell’Islam – oppure possono porre fine alla scommessa dell’attuale amministrazione, che sembra decisa a cambiare l’America per sempre consentendo all’Islam di estendere il proprio potere in tutto il mondo. Gli americani possono proseguire la rivoluzione islamista della “Primavera araba” per cambiare “l’America così come la conosciamo” o preservare le libertà della repubblica americana.

Di recente, è diventato chiaro attraverso WikiLeaks che il sistema americano è truccato e che Washington Dc è diventata una palude o, per essere più precisi, una palude della “Primavera araba”. L’Egitto, su scala più ridotta, si è trovato davanti a una simile scelta nel 2012-2013, dovendo optare tra una vita sottomessa ai valori dei Fratelli musulmani o sperare nell’avvento di una democrazia, che l’Islam, con le sue leggi, non potrà mai consentire. Gli egiziani, come l’Occidente, hanno un grande bisogno di capire che la legge islamica, la sharia, permette solo un governo islamico basato sulla sharia. Di conseguenza, solo una forza militare può opporsi alla tirannia della legge islamica. I Fratelli musulmani hanno dimostrato una volta ancora che l’unico modo per sbarazzarsi delle teocrazie islamiche è attraverso le dittature militari.

È in corso una collisione frontale sul futuro dell’America. Molti americani non hanno ancora capito l’importanza di ciò che è in gioco, ma parecchi islamisti ne sono consapevoli, e sono in attesa, nella speranza di tornare al loro nascente Califfato.

(*) Gatestone Institute

Traduzione a cura di Angelita La Spada

(**) Nella foto: Barack Obama tenne il suo primo discorso importante al Cairo, il 4 giugno 2009, davanti a un gran numero di sceicchi islamici e membri dei Fratelli musulmani. Obama conferì loro potere e legittimità. Tradito, il presidente egiziano Hosni Mubarak non era presente al discorso. Ebbe inizio così, con la benedizione degli Stati Uniti, l’ascesa al potere dei Fratelli musulmani (fonte dell’immagine: Casa Bianca). 

 

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:58