Femen, noto gruppo di attiviste anti-discriminazioni sessuali e contro le ingiustizie sociali sorto in Ucraina nel 2008, viene, spesso a torto a parer mio, visto come un fenomeno di mero “esibizionismo” femminile. Sarà perché le attiviste di Femen sono solite manifestare a seno nudo, inneggiando al “SeXtremismo”. Sarà perché le Femen, anche di recente, hanno manifestato all’interno di luoghi di culto con scritte precise sul petto, ovvero “I am God” (Io sono Dio). Sarà che la società post-marxista (che non ha mai compreso nulla di Marx, oppure, volutamente, ne ha distorto il pensiero), ovvero post-neo-comunista dell’Est, non è abituata a certe manifestazioni tipicamente libertarie, beatnik, hippie e cyberpunk.
Sarà che le Femen ricordano una donna che proprio dall’Est comunista proveniva, ovvero Cicciolina-Ilona Staller, che delle manifestazioni contro le ingiustizie, per i diritti civili e umani si è sempre battuta: a seno nudo e con una coroncina di fiori sulla testa. Sarà che è più facile, in ogni dove, ad Est come ad Ovest (e Ilona, negli Anni Ottanta brucerà, in segno di protesta contro la Guerra Fredda, le bandiere di Usa ed Urss), dimenticarsi di icone libertarie come Timothy Leary (che il Presidente Nixon bollò come “l’uomo più pericoloso d’America”) oppure dimenticarsi dell’esperienza di Diva Futura di Riccardo Schicchi e della stessa Staller e dell’esperienza del Partito dell’Amore di Moana Pozzi. Esperienze uniche e trasgressive che, attraverso la “società dello spettacolo”, in realtà, ne mettevano a nudo le contraddizioni e le perversioni.
Oggi, purtroppo, sembra più facile digerire fenomeni “pop”, ovvero commerciali, figli della società di massa e dei consumi, della globalizzazione, delle banche centrali, dell’arte e della musica rese appannaggio di tutti in quanto banalizzate. Fatte in serie, per cervelli amebizzati o da amebizzare. In questo senso hanno prevalso i fenomeni mediatici e mediocri alla Lady Gaga, che non a caso ultimamente collabora con Jeff Koons, artista “neo-pop”, avendo realizzato con lui un album intitolato proprio “Artpop”. Hanno prevalso pseudo-icone quali Belen Rodriguez e Jorge Mario Bergoglio, ovvero un certo divismo/buonismo mediatico-televisivo da Mulino Bianco-Cinepanettone. Il Pop, in sostanza e in questo senso, è la massima manifestazione della massificazione mediatico-pubblicitaria.
Koons e Lady Gaga assieme, in sostanza, fanno marketing (visto che è il loro ambito lavorativo, peraltro), non incrementano alcuna cultura, non fanno alcuna liberAzione politica. Tutt’altro. Fanno cassa e grancassa. Il Pop in questo senso, massifica l’arte e la musica, rendendole sì accessibili a tutti ma nel senso più scadente del termine (in quanto facili da produrre/riprodurre). Commercialmente il Pop è un business che vale miliardi di dollari ed è anche di basso costo/fruizione. Ma ha amebizzato milioni di cervelli e volutamente fatto cadere nell’oblìo culture millenarie.
Parlando in termini di icone culturali/controculturali/erotico-politiche, possiamo dire che l’icona libertaria-hippie Cicciolina (con alle spalle Riccardo Schicchi, uno che, lo ricordiamo, nel 1979 ideò il primo partito verde-ambientalista d’Italia e che riuscì a combattere quello che era definito “comune senso del pudore”) e quella post-hippie, ovvero cyberpunk Moana Pozzi – icona e leader del Partito dell’Amore di Schicchi e Mauro Biuzzi – sono state sostituite dal caravanserraglio commerciale “pop” Lady Gaga-Koons-Belen Rodriguez-Jorge Mario Bergoglio. Nell’ambito di questa involuzione spirituale e dei costumi, di evolutivo – nel mondo ingiustamente globalizzato – possiamo osservare solamente il fenomeno Femen.
Fenomeno che, non a caso, nasce in un Paese dell’Est, ovvero un Paese prima reso schiavo dal Regime sovietico-comunista ed oggi reso schiavo dalla società globalizzata dei consumi e dei nuovi ricchi, dediti anche al turismo sessuale e, dunque, ad un nuovo sfruttamento dei corpi e delle menti. Le attiviste di Femen, in questo senso, sono esempio della controcultura di oggi (che attinge alle controculture di ieri, libertarie, beatnik, hippie e cyberpunk), ancora purtroppo minoritaria e ancora una volta volutamente censurata e/o sottovalutata.
Una controcultura che si batte, da sempre, per una società libera dalla politica dei governi e del denaro, ovvero libera dai media e dallo sfruttamento commerciale/sessuale delle menti e dei corpi.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:39