Il complesso su Giorgia Meloni affligge la sinistra freudiana

Sassolini di Lehner

Il mandato di cattura per il criminale Sigmund Freud e il resto della banda, a cominciare da Josef Breuer, Alfred Adler, Carl Gustav Jung, Wilhelm Stekel, Paul Federn, Jacques Lacan, non è stato eseguito dal fazioso tribunale internazionale, che si è scagliato soltanto contro lo psicoanalista erotomane Wilhelm Reich, quello dell’energia orgonica, processato e condannato al carcere di Lewisburg (Pennsylvania), dove è morto dimenticato e schizzato da tutti gli psicoanalisti di lotta e di salotto. La psicoanalisi, l’imbroglio terapeutico, altro che Wanna Marchi, prese il posto della confessione, ma a costi di gran lunga superiori. Insomma, fu ed è uno scherzo da prete, fondato, fra l’altro, sul plagio impudente e forsennato di tragiche icone della mitologia e del teatro dell’antica Grecia, senza tralasciare i numerosi echeggiamenti biblici. Edipo che uccide il padre Laio e va al letto con mamma Giocasta fu trasfigurato e riadattato: il tragico errore che originò l’immondo incesto fu elevato a complesso presente nell’abisso intimo dei maschi, tutti vocati al parricidio e all’insano desiderio di ritornare al calduccio nel grembo originario.

La par condicio incesta scatenò la ricerca di una sindrome tipo Edipo al femminile, ed ecco inventato da Jung il complesso di Elettra per le fanciulle, dipinte come matricide militanti per la conquista del padre. Elettra, figlia dei tragici Agamennone e Clitennestra, dunque, reitera le gesta delle figlie di Lot che, stando al Vecchio Testamento, fortissimamente vollero essere ingravidate dal padre. Pulsioni e scuotimenti interiori certamente presenti nei cunicoli cavernosi di noi bipedi e scimmie nude, tuttavia individuati e drammatizzati non dalle mafie di Freud o Jung, bensì dalla genialità ellenica ed ebraica. E gli antichi, per raccontarci il nostro profondo, non si facevano neppure pagare. Freud, il boss, fece credere che la psicoanalisi fosse una scienza in grado di garantire terapie portentose, mentre, in realtà, fu soltanto biada per romanzieri, artisti, cinematografari, drammaturghi, intellettuali già strafatti, eppure sempre in cerca di effetti stupefacenti.

Inconscio, Ego, Es, SuperEgo produssero Weltanschauung, arricchirono il vocabolario e la semantica, avviarono ondate culturali ed anche non poco culturame, consolarono e illusero, crearono modi, mode e stilemi, favorirono l’istituzione dell’ennesima corporazione con tanto di albo, consentirono a Ingrid Bergman di salvare Gregory Peck. Insomma, suscitarono un pandemonio e svariati effetti domino, ma in quanto a guarigioni, meglio rivolgersi a san Gennaro, a Fatima, a Lourdes, a Padre Pio. Ora, gli epigoni dell’associazione a turlupinare, facendosi passare per scienziati e guaritori, pontificano su La 7, producendo diagnosi sull’Ego psicopatico di Donald Trump; responsi che scientificamente hanno lo stesso valore delle certificazioni dell’indimenticabile mago Mário Pacheco do Nascimento. Le terrificanti diagnosi sul pericoloso narcisista alienato in combutta con Elon Musk, lo strambo per l’antonomasia di sinistra, mirano, in realtà, a denigrare Giorgia Meloni che è andata dal presunto pazzoide non per mettergli la camicia di forza, bensì con l’intenzione di parlarci da statista. Giorgia, in visita ufficiale alla Casa Bianca, alla faccia di Tiziana Panella, Roberto D’Agostino, Roberto Saviano, Lilli Gruber, Vittorio Emanuele Parsi e gli altri associati della banda freudiana titillati dall’energia orgonica, fornirà l’ennesima prova di essere un primo ministro serio, propositivo e sano di mente.

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I compagni un tempo schifavano i pederasti – vedi l’irrisione di Palmiro Togliatti verso il premio Nobel per la letteratura, notoriamente pederasta, André Gide, oppure l’espulsione dal partito di Pier Paolo Pasolini per “troppa frociaggine”, come direbbe oggi il compagno Jorge Mario Bergoglio. Erano concentrati nella lotta contro il capitalismo per la resurrezione del proletariato che viaggiava in tram e non in trans. Anche sinistroidi francesi, attualmente rigorosamente frocioleninisti, a suo tempo, non mancarono di vilipendere il loro Nobel, financo da morto. Il 20 febbraio 1951, l’Humanité, organo del Pcf, pubblicò il seguente necrologio di Gide: “Un cadavere è morto”. Il tempo passa e i padri vengono dimenticati. Iosif Stalin e Palmiro Togliatti sono defunti, sepolti e oggetto di damnatio memoriae. Oggi, gli epigoni, immemori e ignari, anzi piuttosto ignoranti, si ritrovano schiacciati su Lgbtqia+ e chissenefrega di braccianti, operai, metalmeccanici, lavoratori pendolari, di chi suda tutti i giorni lontano dalla Ztl. Resta presente, vivo e vegeto solo Mao. Infatti, gli ex stalinisti e i neocattocomunisti inneggiano al turbocapitalismo dei compagni cinesi, che sfruttano la classe operaia e tutti i lavoratori, tanto da far impallidire gli schiavisti. Dimenticati i Gulag, ora i sinistri adorano i Laogai, presunta kriptonite contro Donald Trump e Giorgia Meloni.

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Giovanni Pascoli cantò: “La grande proletaria s’è mossa”. Anche il proletario Antonio si è dato una mossa addirittura ben oltre Tripoli, sino a Nuova Delhi. Tajani, dunque, giunge in visita ufficiale in India, vestito da studente in gita scolastica: jeans, maglioncino, colletto slacciato, orfano di cravatta, zainetto sulla schiena e trolley da turista sparagnino. Visto il personaggio, solo quattro gatti lo accolgono all’aeroporto con un mazzolino di fiori gialli. Un fotografo uno, uno solo, peraltro con fotocamera anni Cinquanta, scamiciato e inciavattato, immortala l’arrivo del nostro ministro degli Esteri e leader di Forza Italia. La sfilata del Tajani proletario in India fa rimpiangere e non poco l’elegante Silvio Berlusconi e la grande Forza Italia che fu.

Aggiornato il 18 aprile 2025 alle ore 12:55