La nemesi maledetta del post terzomondismo

Perché i giovani, per giunta minorenni, vanno in piazza a manifestare per i palestinesi invece di starsene a casa propria a studiare o a giocare a pallone? Perché si vanno a prendere le inevitabili manganellate della polizia, specie quando fanno manifestazioni non autorizzate? E perché, sobillati dai loro cattivi maestri dentro e fuori dalle scuole dove invece dovrebbero imparare la storia, compresa quella dello Stato di Israele, si dirigono verso obiettivi sensibili e protetti dalla polizia stessa, come le sinagoghe o i cimiteri ebraici? E perché queste ignobili manifestazioni in cui vengono bruciate bandiere di Israele o degli Usa o manichini raffiguranti capi di Governo, italiani o esteri, si susseguono banalmente, sempre uguali a se stesse, ormai da decenni a questa parte? La risposta purtroppo è semplice ma nessuno vuole starla ad ascoltare: c’è la nemesi, la maledizione del terzomondismo e il mito guerrigliero rivoluzionario- guevarista delle pseudo-lotte di liberazione che continua ad esistere, anche se il suo maggiore sponsor, l’Unione sovietica, non c’è più.

Da quando l’Onu è la somma algebrica tra Paesi democratici e dittature, se non addirittura Stati canaglia come l’Iran o il Venezuela, ma anche la stessa Russia di Vladimir Putin o la Cina di Xi e da quando passò quella dannata risoluzione che sdoganava, negli anni Settanta, le lotte di liberazione armate, ecco che in Occidente nelle università, prima infiltrate dagli estremisti di sinistra e oggi da quelli islamisti, gli studenti continuano a combattere. Principalmente contro se stessi e il proprio stile di vita. E non solo gli studenti. Altre minoranze, come quella dei gay organizzati e delle femministe militanti, si possono vedere fianco a fianco con i filo-Hamas in analoghe manifestazioni. Con il paradosso di veder loro inveire contro l’unico Stato che in Medio Oriente è gay friendly e di certo non picchia le donne, né le rinchiude in casa con il burqa.

La maledizione di questo terzomondismo, che ai “bei tempi” dell’Urss si incarnava nella posizione dei Paesi cosiddetti non allineati, e che invece erano allineatissimi e coperti dal comunismo mondiale, è resistita alla caduta dei vecchi modelli. E se ne è trovata di nuovi. Pur di odiare se stessi e di fare un po’ di guerriglia urbana, i giovani occidentali, figli delle famiglie borghesi che già Pier Paolo Pasolini deprecava ai tempi della battaglia di Valle Giulia, adesso vanno in piazza anche in nome dei nazi-islamici di Hamas. Convinti che i fascisti siano gli ebrei. Questo è il vero mondo alla rovescia. Non quello di un noto pamphlet di un ex comandante dei parà che, forse, verrà candidato alle elezioni europee. Se fosse un gioco andrebbe tutto bene, so’ ragazzi. Il problema è che questa nuova ideologia nazi-islamica è anche la matrice del nuovo antisemitismo che infesta tutto il mondo. E che legittima pure stragi come quella del 7 ottobre che, dalla Seconda guerra mondiale a oggi, va considerata come il più sanguinario pogrom anti-ebraico.

Aggiornato il 27 febbraio 2024 alle ore 09:04