Dopo un lungo tira e molla, la Fondazione Luigi Einaudi è riuscita ad ottenere il via libera dal Governo giallorosso per la pubblicazione di cinque verbali del Comitato tecnico scientifico, in ordine al più liberticida lockdown del mondo civile. Sebbene molti altri documenti siano ancora rimasti nell’oblio del segreto di Stato, emerge un elemento che a molti di noi, che osserviamo il comportamento dei geni che occupano la stanza dei bottoni, non era certamente sfuggito: Giuseppe Conte & company sembra che siano andati oltre le indicazioni, pur a mio avviso eccessivamente rigide, messe nero su bianco dagli stessi esperti. Esperti i quali, come sembrava logico a molti comuni mortali, raccomandavano chiusure piuttosto rigide solo laddove la diffusione e la gravità del Covid-19 lo richiedessero. Tant’è che nei verbali in oggetto non si fa assolutamente menzione di un lockdown nazionale.
Stando così le cose, in attesa di conoscere il contenuto dei documenti ancora secretati, la responsabilità morale di chi regge le redini del Paese verrebbe ulteriormente aggravata, avendo adottato misure che hanno demolito con un atto amministrativo le nostre principali libertà costituzionali senza una esplicita indicazione scientifica, se così la vogliamo definire. Ma attenzione, e su questo punto vorrei porre l’attenzione del paziente lettore, sul piano politico nulla cambierebbe, anche se in seguito emergesse per avventura che i sapientoni del Comitato tecnico scientifico avessero preteso due anni di arresti domiciliari di massa.
Quando l’Esecutivo Conte-Casalino ha deciso una misura di confinamento che non ha precedenti nella storia repubblicana, e i cui effetti benefici sulla diffusione del contagio sono ancora tutti da dimostrare, se ne è assunto in pieno la responsabilità politica. La stessa, pesantissima responsabilità politica che esso ha nell’ostinarsi, per un puro tornaconto elettorale, a mantenere semiparalizzato il Paese reale, conducendolo inesorabilmente verso l’inferno di un socialismo surreale, fatto di imprese private che falliscono a valanga sotto una pioggia di bonus e sussidi finanziati coi debiti. Forse i geni della lampada al potere riusciranno a tenersi ancora a lungo la poltrona, ma lo faranno lasciando sul terreno morti e feriti, metaforicamente parlando.
Aggiornato il 07 agosto 2020 alle ore 12:27