Comincia a circolare, in un’Italia che si sente tradita dall’Unione europea, l’idea di una secessione da essa per proporsi capofila, in alternativa, d’una Confederazione mediterranea, con Francia, Spagna e Portogallo ad occidente e Grecia ed Albania ad oriente.
La mappa ha un forte impatto emotivo, in quanto ricorda in gran parte le province europee dell’Impero Romano. Però la cosa, detta così, non sta in piedi. Tutte le Nazioni che ne dovrebbero far parte, compresa la nostra e la Grecia, che ha più ragioni di noi per sentirsi violentata da bruti tedeschi, hanno poi cogenti interessi per restare nell’Ue.
Invece può avere un senso come alleanza strategica tra gli Stati membri mediterranei dell’Unione, che potrebbero anche sponsorizzare l’ingresso in essa dell’Albania, oggi in anticamera. L’importanza dei Consigli rappresentativi degli Stati membri, tra le Istituzioni dell’Unione, milita a favore di quest’idea. Ci sono interessi comuni da difendere sia in alcuni settori economici, come l’agricoltura e la pesca, che più decisamente politici.
Gli Stati membri mediterranei sono i più interessati a promuovere una difesa europea integrata ed una politica estera comune. Infatti confinano, a meridione del mar Mediterraneo, con Nazioni nelle quali la deriva fondamentalista del mondo islamico è particolarmente rischiosa, e sono gli Stati membri a dover affrontare in prima linea la pressione migratoria dal sud del mondo. Inoltre dovrebbero essere i più favorevoli ad una questione istituzionale fondamentale nell’Unione europea: ottenere il voto a maggioranza nei Consigli in tutte le materie, ed una pratica effettiva di esso, con la messa al bando di ogni liberum veto. È su questa mala pratica di blocco della democrazia maggioritaria, infatti, che uno sparuto gruppo di Stati membri, Germania e pochissimi satelliti, fondano il loro strapotere.
Aggiornato il 06 aprile 2020 alle ore 12:55