A proposito del Giorno della Memoria Ribaltata

Il Giorno della Memoria avrebbe dovuto essere la giornata in cui rendere omaggio alle vittime della pulizia etnica e politica scatenata dai partigiani comunisti del Maresciallo Tito ai danni delle popolazioni italiane dell’Istria, della Dalmazia, di Trieste e del Friuli e ai duecentocinquantamila profughi che per sfuggire a quella violenza si rifugiarono in Italia andando incontro non solo ai disagi ed alle sofferenze imposte dalla loro condizione di migranti forzati, ma anche all’ostilità dei comunisti italiani convinti che solo dei fascisti potevano abbandonare il paradiso rosso realizzato dalla rivoluzione proletaria.

Il bilancio di questa giornata indica invece che a prevalere non è stata la memoria che avrebbe dovuto essere celebrata, ma quella secondo cui gli infoibati ed i profughi avevano pagato il prezzo di vent’anni di repressione e persecuzioni delle popolazioni slave compiute dal regime fascista e dei due anni di occupazione dell’ex Jugoslavia da parte dell’esercito italiano durante la Seconda guerra mondiale.

Il Giorno della Memoria, dunque, è stato il giorno della Memoria Ribaltata. Quello in cui le parole del Presidente della Repubblica, dei titolari delle massime istituzioni repubblicane e di quelle di chi è intervenuto nelle manifestazioni ufficiali sono state prima bilanciate e poi sopravanzate da quelle di chi ha sostenuto che i morti e gli esuli avevano cercato la loro sorte in quanto complici e corresponsabili del fascismo.

Chi si stupisce che ha più di settant’anni da quei tragici eventi si sia potuto verificare un fenomeno del genere, non tiene conto della tradizionale abilità della sinistra italiana, in tutte le sue molteplici articolazioni, nell’uso politico della storia. Una sinistra che per l’intero secondo dopoguerra ha usato l’antifascismo per nascondere la sua condizione di minoranza nel Paese e portare avanti la sua pretesa di essere la forza legittimata dalla Resistenza a non essere mai esclusa dal Governo. E che oggi ha approfittato del Giorno della Memoria per tornare ad usare politicamente la storia e stabilire che alla destra attuale non va riconosciuta la legittimazione a concorrere per il governo del Paese in quanto complice dei complici dei fascisti del passato.

La vergogna non è solo la Memoria Ribaltata. Ma è anche che non siano bastati 75 anni per rendere impossibile un uso così distorto ed antidemocratico della storia!

Aggiornato il 12 febbraio 2020 alle ore 10:57