Uno scudo contro la giustizia-spettacolo, le menzogne e la propaganda

Si parla tanto delle goffe manovre di questo Governo ridicolo per mantenersi a galla e del problema nato con l’Ilva per via dell’improvvisata ideologia grillina del “più manette per tutti” che ha dato il pretesto ad ArcelorMittal per squagliarsela all’inglese – o all’indiana dell’epoca coloniale di Kipling – da Taranto una volta venuto meno il cosiddetto scudo penale per le problematiche e i reati ambientali nati e commessi prima dell’attuale gestione industriale dell’acciaieria più importante di Europa.

Poco invece si discute di un altro tipo di “scudo” che servirebbe a tutti gli elettori italiani per tenerli al riparo dalle menzogne e dalla propaganda di certa politica a cinque o meno stelle. Così, come da un giornalismo fiancheggiatore dei peggiori istinti dell’essere umano continuamente vellicati da suddetta politica. E ancor meno si parla della “madre, o il padre, di tutti gli scudi”, cioè quello contro la giustizia spettacolo che numerose procure di tutta Italia attuano da “Mani pulite” in poi per gestire un potere tanto invisibile a occhio nudo quanto constatabile a tenere gli occhi ben aperti.

Potere che opprime anche economicamente tutta la popolazione costantemente sotto il ricatto manettaro. Da ultimo quello agli evasori. Della serie: Italia patria di partiti populisti nati all’insegna di “abolire Equitalia” e poi finiti a invocare le manette contro le vittime della stessa. Uno scudo che si sostanzierebbe non in un’impunità per legge ma in uno sforzo collettivo di memoria e di buona fede sulle reali cause di questa crisi che sembra senza uscita. E che avrebbe per corollario un vero e proprio processo sulla falsariga di quello di Norimberga dove sul banco degli imputati dovrebbero sedere idealmente quei magistrati che hanno usato le proprie inchieste per fare o per entrare in politica, quei giornali e quei giornalisti che li hanno sponsorizzati per il cinismo di trovare una scorciatoia al successo editoriale a breve termine e quei politici che hanno cavalcato il tutto inventandosi, come i grillini, nuove ideologie forcaiole nell’epoca della fine delle vecchie ideologie del Novecento.

Uno scudo che infondesse sale in zucca a chi va a votare, vecchio o giovane che sia, e che ne affinasse il vaglio critico rispetto alle notizie false o manipolate che ogni giorno troppi massmedia propinano a tutti noi. Uno scudo che solo il Padre Eterno potrebbe darci, ma all’Italia è rimasta solo la speranza nel divino potere della cosiddetta Provvidenza. Perché l’intero Paese, con le proprie istituzioni, a cominciare dalla magistratura (abbiamo visto dalla Annunziata un pm fare il petto grosso e chiedere pieni poteri per la lotta antimafia, che ovviamente lui incarna, con affermazioni tipo quella che “l’Italia è il Paese dalle mafie più potenti”, proprio il giorno prima che il Messico gli dimostrasse la risibilità della sua sparata dato che in loco i narco-mafiosi fanno cento morti al giorno senza distinguere tra sicari, vecchi, bambini), ormai vive “buttandola in caciara” sulla risoluzione pragmatica dei problemi che impediscono non solo la crescita ma la stessa sopravvivenza civile. E sociale. Uno Stato che fagocita la società dopo avere annientato l’individuo. Una feroce burocrazia fiscale e giudiziaria inevitabilmente debole con i forti e forte con i deboli. Ecco qualcuno ci dia uno “scudo” contro tutto ciò. Se ci riesce.

Aggiornato il 08 novembre 2019 alle ore 12:44