La buona famiglia

Mai come in questi giorni abbiamo assistito al mascariamento del Medioevo: recentemente in molti hanno giustamente fatto notare che nel Medioevo scriveva libri un certo Dante Alighieri mentre oggi ci accontentiamo di Roberto Saviano. Inutile sottolineare inoltre che il Medioevo ci ha lasciato in eredità, ad esempio, la Chiesa di Santa Maria in Trastevere mentre oggi ci toccano le anonime ed oscure piccionaie costruite da qualche palazzinaro incapace.

Ma, detto questo, se di oscurantismo vogliamo parlare, la querelle tra le famiglie tradizionali e quelle arcobaleno dimostra chiaramente che la teoria sulla equi distribuzione degli imbecilli ha un suo fondamento scientifico.

Cosa sono le kermesse pro famiglia tradizionale secondo le cui tesi tutto ciò che esula dal modello convenzionale è blasfemia? Sono soltanto la diversa faccia di una stessa medaglia dietro cui si celano le famiglie arcobaleno che protestano e sbraitano volendoci obbligare a un laconico “va tutto bene madama la marchesa e, se non sei d’accordo, sei un coglione”.

In sostanza entrambe le parti vorrebbero imporre alla società un modello morale (più libertario o più conservatore) come se la morale potesse attenere alla sfera pubblica. Noi crediamo che la morale non si possa imporre per legge essendo una cosa prettamente intima e cangiante. La morale pubblica è una puttanata e codificarla è una utopia che in molti hanno cercato di perseguire (tanto i credenti quanto gli atei).

Con buona pace di chi ama entrare a gamba tesa nelle vite degli altri arrogandosi il diritto di giudicarle, nessuno può cristallizzare un concetto etico perché esso si modifica inevitabilmente con lo scorrere del tempo: possiamo noi affermare con certezza che le nostre convinzioni siano le stesse di qualche anno fa? Se la risposta è sì, ciò significa che per noi il tempo scorre invano e che siamo così autocentrati da non accorgerci di quanto la società si trasformi modificando il sistema valoriale, le esigenze dei singoli e le sensibilità.

Una volta sapevi che ad una certa età dovevi prendere moglie, fare figli e mantenere la famiglia recandoti, con borsello e baschetto, al lavoro tutte le mattine (poi andavi a mignotte ma la tua famiglia tradizionale la esibivi in Chiesa la domenica). Oggi, che ti piaccia o meno, il mondo è cambiato ed esistono le unioni gay, le convivenze, le famiglie con una mamma e dei figli e tutta una serie di casistiche che non vanno tollerate e nemmeno comprese ma delle quali bisogna solo prendere atto senza giudicare.

Indi per cui, se ognuno si tenesse il proprio dannato concetto di famiglia senza stare troppo a spaccare i maroni all’altro sarebbe cosa buona e giusta. Nessuna delle parti in causa ha la verità in tasca per il semplice motivo che ognuno fa quel che può, ognuno fa quello che il suo percorso di vita lo porta a fare.

Altra cosa invece è la genitorialità, tema sul quale le libertà di formare una coppia dovrebbe fermarsi a riflettere laicamente chiedendosi cosa sia più corretto per la crescita equilibrata di un minore, aspetto che va tutelato come bene supremo (senza la necessità che ciò sottintenda che l’unico ambiente sano sia quello con una mamma e un papà).

Tempo fa qualcuno ha scritto: “L’amore è una cosa semplice”. Aveva maledettamente ragione. Non appesantiamo una cosa semplice con inutili orpelli etici e smettiamola di parlarci addosso su un tema che non dovrebbe nemmeno essere oggetto di discussione.

Aggiornato il 03 aprile 2019 alle ore 10:54