Verso Forza Europa

Il prossimo appuntamento elettorale è quello di maggio per il rinnovo del Parlamento europeo. A guardarsi intorno però, lo scenario politico europeo volge più a disinteressare il pubblico europeo nel suo insieme anziché stimolare, in particolare i partiti, su quali valori unificanti rivalutare per un rilancio concreto di quella che, per noi tutti di una certa età, ha rappresentato per più di “settantennio” motivo di pace, di apertura mentale, sociale, politica, commerciale, di abbattimento delle frontiere e di libera circolazione delle popolazioni (fattore da non sottovalutare affatto!): la nostra Unione europea!

Tra Brexit, gilet gialli francesi, neo populismi affermatisi in molte nazioni europee compresa l’Italia, lotta alla migrazione illegale e grave crisi di credibilità istituzionale in ambito stesso alla Ue (vedi l’impotenza della Commissione per il coordinamento dei flussi migratori e/o la crisi Venezuelana per cui l’Italia del Di Battista ancora se ne vuole differenziare!), la popolazione Ue in generale attraversa un momento di smarrimento valoriale per il quale risulta sempre più affascinante l’approccio materialistico e relativistico alla vita anziché, per esempio, ricordarsi dei valori scaturiti dall’orrendo crimine dell’Olocausto o, per noi italiani, dall’assassinio di decine di migliaia di “istriani” nelle Foibe che, per contro, volgono sempre più nel dimenticatoio.

La tendenza relativista è accentuata anche da personaggi politici che, pur avendo contribuito in buona maniera alla edificazione della nostra Europa, oggi non fanno altro che ribadire l’essenzialità della loro presenza quale personaggio politico. Il caso emblematico, ahimè, è rappresentato dal Presidente Berlusconi che preferisce prioritariamente annunciare la sua candidatura alle prossime elezioni Ue, senza invece evidenziare le tristi esperienze in politica estere sofferte durante i suoi periodi di Governo. A prescindere dai risolini televisivi del binomio Merkel-Sarkozy sulla politica economica italiana nel quadro europeo rimasti senza confutazione, non farebbe forse meglio Silvio Berlusconi a raccontarci i contorni della notte in cui la Francia di Sarkozy lanciò il primo missile contro la Libia di Gheddafi, annullando completamente l’esistenza di una Unione Europea in fatto di apertura di un conflitto armato? L’opinione pubblica ricorda ancora oggi la sua scioccante affermazione di “non aver voluto telefonare al leader libico, vista l’ora tarda”! Perché non ci racconta il fallimento dell’Europa in tale ambito, confermato dal Consiglio Supremo di Difesa convocato da Napolitano, in cui lo stesso dette ordini perentori di unirsi alla Francia di Sarkozy e agli Usa della Clinton nei bombardamenti alla Libia? Lasciando senza risposte, con il suo silenzioso assenso, la richiesta da parte dei capi militari di delucidazioni sul “perché, per quale motivo attaccare la Libia”, all’indomani della firma di un trattato bilaterale per investimenti italiani in Libia di 20 miliardi di euro, per danni di guerra, o meglio ancora a favore della pace!

Si, la pace: il valore fondante della nostra Unione europea! Fu proprio, infatti, nel dopoguerra per tanta voglia di “pace” tra le nazioni europee che nacque l’intenzione, poi vanificata, di unificare le Forze Armate dei paesi europei. Ma non c’è dubbio che l’Ue nacque allora su una cultura di pace tra i popoli; dove la cultura assunse allora come ora un significato di dialogo tra gli uomini: comunicazione entro un insieme che ci comprenda tutti! Da allora, grazie anche a Schengen e la libera circolazione dei popoli, i corsi Erasmus e le infinite attività economiche-culturali attivate, non esiste più la cultura di un di un solo popolo, di una nazione, di una etnia, ma solo la cultura di pace dell’Ue.

Ora, per quanto accaduto nell’ultimo ventennio, è importante dunque difendere le istituzioni europee, perché significa anche un po’ difendere la causa della cultura della pace che ha caratterizzato il divenire Europeo. Nel 2009 si è infranto il sogno di pace europeo a fronte dell’affossamento del progetto di Costituzione europea presentato ai referendum nazionali nel 2006. In particolare la nuova Costituzione prevedeva l’unificazione e l’accentramento a Bruxelles delle politiche estere e di Sicurezza nazionali in una unica entità europea. Provate ad immaginare, infatti, se quanto accaduto nel 2011 ad opera di Sarkozy fosse stato possibile nel caso di politica estera e di sicurezza unificata? E, pensando ai giorni d’oggi, come si sarebbe comportata la nuova Europa nel contenere e gestire gli imponenti flussi migratori degli ultimi anni? E ancora, nei confronti della crisi in Venezuela, l’Italia di per sé non avrebbe forse evitato di essere l’Unica Nazione Ue a non aderire al riconoscimento di Guaidò a presidente ad interim?

“Il valore della democrazia sta o cade con i valori che essa incarna e promuove” (Giovanni Paolo II)! Beh, io credo che siamo ancora in tempo per fermare la latitanza congenita di cui è affetta l’attuale Ue. Sarà possibile solo nel caso di una chiara volontà a istituire un Movimento che se allora Silvio Berlusconi chiamò Forza Italia, oggigiorno non potrà essere altro che: “Forza Europa”. Una forza politica che abbia come riferimento i valori di Cultura della Pace dell’Ue dei primordi!

 

Aggiornato il 07 febbraio 2019 alle ore 18:23