Ospite della trasmissione Coffee Break, Gianfranco Pasquino, illustre politologo e accademico italiano di spiccato orientamento progressista, ha esortato il Partito Democratico a mettere da parte ogni riserva e ad impegnarsi in Parlamento per far approvare il cosiddetto Ius soli. Utilizzando il classico armamentario ideologico di una certa sinistra, il professore piemontese ha parlato di un problema di civiltà che travalica le mere questioni di interesse elettoralistico, sposando con ciò la medesima tesi di Romano Prodi, pubblicata da alcuni quotidiani nazionali.
Ora, tutto questo detto da uno dei tanti espertoni di politica che fanno il giro delle sette chiese televisive colpisce in modo particolare. Secondo Pasquino, infatti, il Pd a pochi mesi dalle elezioni politiche dovrebbe mettere da parte ogni elementare logica di buon senso e, data l’estrema impopolarità dell’argomento Ius soli, immolarsi sull’altare dei principi astratti di civiltà. In tal modo, il partito di Matteo Renzi regalerebbe un argomento micidiale alle forze di opposizione, spostando l’attenzione dell’opinione pubblica dai sempre fondamentali temi economici all’ennesima questione di lana caprina che tanto appassiona i residuati bellici del defunto Ulivo prodiano. In sostanza, Pasquino vorrebbe – perché ciò di fatto accadrebbe – trasformare la prossima campagna elettorale in una sorta di astratta e sterile guerra di religione a totale beneficio della dispersa nebulosa di partitini che si muove alla sinistra del Pd, chiedendo a quest’ultimo di fare harakiri sull’altare dei diritti civili.
Da questo punto di vista, Renzi, pur con tutti i difetti che gli si vogliono attribuire, non è abbastanza sprovveduto da condurre il suo già boccheggiante partito sulla soglia dell’irrilevanza politica, abbracciando una causa di estrema minoranza in Italia. Pasquino e Prodi se ne facciano una ragione. Quando le urne si avvicinano il consenso non olet per nessuno, altro che Ius soli d’Egitto!
Aggiornato il 16 settembre 2017 alle ore 11:26
