Il patto Macron-Trump e l’Italia

Il nostro governo dovrebbe essere interessato a capire il significato reale dell’intesa raggiunta a Parigi da Emmanuel Macron e da Donald Trump sulla necessità di combattere i terroristi in Mali e in Libia e sull’esigenza di stabilizzare i due Paesi africani. L’accordo tra il presidente francese e quello degli Stati Uniti vuol dire che i ritrovati alleati intendono usare la forza per combattere le bande terroristiche presenti in Mali e in Libia e che hanno l’intenzione di usare lo stesso strumento per stabilizzare i due Paesi dove il caos regna sovrano ormai da troppo tempo?

Se il proposito di Macron e Trump è questo è bene incominciare a preoccuparsi. Perché nel recente passato due precedenti presidenti francese e americano, Nicolas Sarkozy e Barack Obama, hanno concordato di impiegare la forza per portare la democrazia a Tripoli liquidando il dittatore Gheddafi. E dopo averlo concordato da soli lo hanno fatto realmente imponendo al nostro Paese di accodarsi all’iniziativa per dare una copertura più ampia a una scelta di cui non avevano valutato le conseguenze negative.

L’auspicio è che la storia non si ripeta e che Macron e Trump non imitino il devastante e irresponsabile comportamento di Sarkozy e Obama. E non per una questione astratta di dignità nazionale, che ormai sembra essere un principio a cui tengono solo i Paesi più forti. Ma per uno scontato, banale ma sicuro interesse diretto dell’Italia per quanto avviene nella sponda Sud del Mediterraneo.

Oggi, infatti, le conseguenze degli errori compiuti nel 2011 da Francia e Usa si scaricano esclusivamente sulla nostra penisola. Trump è al sicuro dietro il muro dell’Atlantico e Macron ha chiuso porti e valichi. Così il flusso di migranti che parte dall’Africa centrale, passa per il Mali e usa la Libia come base di partenza verso il continente europeo, si scarica esclusivamente sul territorio italiano.

Macron e Trump vogliono dare una dimostrazione alla cancelliera Angela Merkel della loro alleanza usando le armi nella “quarta sponda”? Il governo italiano ha non solo il dovere ma anche il pieno diritto di esserne preventivamente informato e coinvolto. Non si ripeta la storia che gli altri rompono e noi, oltre a pagare, ci teniamo anche i cocci!

Aggiornato il 19 luglio 2017 alle ore 22:06