La bancarotta preferenziale

Il Titolo VI, capo I della Legge fallimentare accoglie i reati commessi nel fallimento (oggi liquidazione giudiziale). Il più famoso di tutti, è la bancarotta che, nella stragrande maggioranza dei casi, viene riconosciuta a carico del o degli amministratore/i. Ma esistono diverse tipologie di bancarotta:

1) Bancarotta semplice caratterizzata da imprudenza, utilizzi di risorse personali, aggravio del dissesto da incuria e colpa.

2) Bancarotta fraudolenta caratterizzata dal dolo di distrarre i beni dell’azienda a danno dei creditori, falsificazioni, manomissioni gravi.

3) Bancarotta documentale che si concentra sulla non corretta tenuta delle scritture contabili.

4) Bancarotta preferenziale caratterizzata dal comportamento scorretto dell’amministratore che decide di pagare alcuni creditori a danno di altri che avevano una precedenza (privilegio di legge).

La bancarotta preferenziale è diffusissima nei fallimenti per un motivo semplicissimo: raramente gli amministratori conoscono la legge fallimentare che prevede una differenza di grado dei vari debiti. In pratica, i debiti non sono tutti uguali e in caso di difficoltà finanziaria gli amministratori sono tenuti a pagare prima i creditori privilegiati e poi i creditori cosiddetti chirografari e per ultimo i postergati. Fra i creditori chirografari ci sono sempre i fornitori, mentre fra quelli privilegiati c’è lo Stato. Le imprese in difficoltà dovrebbero pagare le imposte prima dei fornitori. Ma nel tentativo di risanare l’azienda in crisi l’imprenditore preferisce pagare i fornitori che poi forniranno la merce che serve per produrre e vendere e rianimare il fatturato e gli incassi. I debiti verso lo Stato, spesso, in queste situazioni di instabilità, sono inizialmente messi da parte per poi tentare una rateizzazione. Alle volte questo approccio funziona e la società ritorna in bonis ma, alle volte, non funziona e la società fallisce.

La presenza di pagamenti in favore di creditori chirografari preferiti a creditori privilegiati porta inevitabilmente alla bancarotta preferenziale. Alle volte poi sono pagati prima anche i postergati, che, come si può immaginare, sono debiti verso gli stessi soci, non tanto come pagamento dei compensi da amministratore, ma per esempio sul rimborso di prestiti fatti all’impresa negli anni precedenti. I debiti postergati, come dice la parola, dovrebbero essere pagati per ultimi dopo aver pagato tutti gli altri. Ovviamente questa classifica vale solo in momenti di crisi dove non c’è la possibilità di pagare tutti i debiti scaduti. In caso di andamento normale della società gli amministratori hanno una maggiore libertà. È facile immaginare la facilità in cui un’azienda in difficoltà possa incappare nel reato di bancarotta preferenziale. Non possiamo dire che sia quasi automatico, ma ci andiamo molto vicino.

Aggiornato il 28 marzo 2024 alle ore 13:20