Meta-programmi e scelte aziendali

Ogni manager nell’esercizio delle sue funzioni viene posto davanti a delle situazioni in cui dovrà prendere una decisione. A volte il tema è dibattuto all’interno di uno staff di persone che esprimono punti di vista differenti. Ma cosa accade in pratica all’interno di ognuna delle persone coinvolte? Ci sono delle spiegazioni del fatto che i punti di vista sono così diversi fra loro? In realtà le persone approcciano ogni situazione in base alle proprie esperienze, in base all’educazione ricevuta, in base alle proprie conoscenze e in base ai propri meta-programmi. Tutto il resto è chiaro, ma cosa sono i meta-programmi? I meta-programmi, nell’ambito degli studi sulla Programmazione neuro-linguistica (Pnl), si riferiscono ai modelli o schemi di pensiero che le persone utilizzano per elaborare le informazioni. Questi modelli influenzano la percezione, la decisione e la reazione agli eventi.

Lo studio dei meta-programmi è iniziato negli Stati Uniti negli anni Settanta con diverse implementazioni e modifiche avvenute negli anni successivi e ancora in corso. Prima di spiegare bene cosa sono, ma soprattutto, come utilizzarli partiamo da un esempio che certamente è capitato a tutti. Ci propongono un investimento innovativo che valutiamo insieme ad altre persone. Al momento delle domande qualcuno focalizzerà l’attenzione sui rischi e svantaggi dell’investimento, cercando di capire se l’investimento è una truffa o non è conveniente; altri invece cercheranno di capirne i vantaggi e le opportunità che può dare l’investimento. Perché questo approccio diverso?

Perché esiste un meta-programma che si chiama “rischi-opportunità”. Alcuni reagiscono davanti ad una situazione ricercando primariamente i rischi e gli svantaggi, mentre altre persone hanno, invece, un approccio ottimista che punta primariamente a comprenderne i vantaggi. Premetto che ogni approccio è lecito e corretto. Ognuno di noi ha sviluppato maggiormente uno dei due aspetti, ma ciò non significa che in un secondo tempo non si pensi anche all’altra metà delle valutazioni. Quindi chi è “opportunità” poi dovrà focalizzarsi sui rischi e viceversa, chi è “rischi” dovrà porre sulla bilancia anche le opportunità. I meta-programmi sono centinaia e sono un sistema inconscio con il quale il nostro cervello velocizza le proprie decisioni e approccia ogni decisione e/o situazione. Dipendono dalle esperienze che facciamo nella nostra vita e dall’educazione che riceviamo. Alcuni lo hanno definito il software con il quale il nostro cervello decide e approccia le situazioni.

Di meta-programmi ne abbiamo tantissimi e ne cito solo alcuni:

  • Verso-via da: persone che cercano di andare incontro ad una situazione magari per risolverla, e altri che cercano invece di allontanarsi. Per esempio, alla vista del sangue ci sono persone che si buttano a fermare l’emorragia e altre che ne fuggono atterrite dalla vista del sangue;
  • Micro-macro: persone che approcciano una questione partendo dai dettagli per poi analizzare l’idea di insieme, altre fanno il contrario e partono dall’idea di insieme;
  • sé stesso-altri: persone che valutano la situazione partendo dal proprio beneficio e altri che partono dal beneficio per la collettività;
  • proattivo-reattivo: chi preferisce anticipare e prevenire una situazione mentre altri preferiscono reagire ad evento compiuto.

La conoscenza dell’esistenza e del funzionamento dei meta-programmi ci permette di migliorare la comunicazione interpersonale. Non solo nei rapporti fra colleghi di lavoro, ma anche fra amici, coniugi, fratelli. Comprendere che le persone approcciano le situazioni secondo i propri meta-programmi facilita la comunicazione e le decisioni. In ambito aziendale un manager che conosce i meta-programmi del proprio team è facilitato e potrà scegliere la persona più adatta in base sia alle capacità, ma anche in base ai meta-programmi. Accade quindi che se si deve analizzare i rischi di un investimento da fare il manager sceglierà chi ha i meta-programmi proattivo-rischi-micro. Questo perché l’analisi dei rischi è più approfondita e l’approccio preventivo è senza dubbio il migliore per la situazione; i dettagli per i “micro” contano. Al contrario se dovrà risolvere un problema sarà meglio utilizzare persone opportunità-macro-reattivo. Perché chi ha il meta-programma “opportunità” ha una propensione verso le soluzioni, i soggetti “macro” non si perdono nei dettagli e i “reattivi” sono propensi a interventi su problemi esistenti. Inoltre, sarà più semplice gestire una discussione. Se so che chi ho davanti è un “rischi” ascolterò la sua analisi e invece che contestarlo gli chiederò se ha anche analizzato le opportunità della situazione così da valutare ogni aspetto. Il dialogo non diventerà lite e si arricchirà di molti più elementi preziosi per una decisione corretta.

Aggiornato il 11 marzo 2024 alle ore 09:15