Il nuovo fair play finanziario

Il Fair play finanziario nel mondo del calcio (Fpf) lo abbiamo sentito nominare milioni di volte ma, nonostante questo, il significato del meccanismo del Fpf è poco conosciuto. Innanzitutto, partiamo dal fatto che è un regolamento Uefa utilizzato allo scopo di equilibrare i campionati europei, tutelare i giocatori ed evitare i fallimenti delle società di calcio. Ma questo sistema non è certo valido in tutto il mondo del calcio ma soltanto nel mondo europeo. Quindi, per esempio, le squadre arabe o americane, non sono assoggettabili a questo regolamento ma a quello delle federazioni continentali di riferimento. Il Fpf è stato oggetto di aggiustamenti e modifiche diverse volte per correggerne i difetti e migliorarne l’efficacia. L’ultima è proprio del 2023 in cui è stato rilasciato il nuovo Fpf da applicare a tutte le squadre. Ecco le regole imposte alle società europee dal nuovo Fpf.

Debiti scaduti

Le società di calcio non potranno gestire liberamente i debiti verso dipendenti, verso lo Stato, gli enti previdenziali e assistenziali, verso altre squadre o verso l’Uefa, ma sono fissate scadenze trimestrali specifiche. Tutti i debiti con scadenza: 30 giugno, 30 settembre e 31 dicembre, dovranno essere pagati entro il giorno 15 del mese successivo (15 luglio, 15 ottobre, 15 gennaio). Se poi permangono debiti scaduti da oltre 90 giorni la squadra sarà soggetta a sanzioni aggravate.

Football earning

La perdita di bilancio permessa passa da 30 milioni in 3 anni a 60 milioni in 3 anni purché coperta dal Patrimonio netto. In pratica le squadre possono avere costi superiori ai ricavi fino a 60 milioni in 3 anni purché il Patrimonio netto sia superiore ai 60 milioni. La perdita per ogni periodo può essere superiore di altri 10 milioni purché la squadra nel complesso presenti una situazione di salute finanziaria. In pratica se la squadra non ha debiti scaduti e possiede un capitale sociale superiore ai 70 può anche avere una perdita di 70 milioni. I 3 anni poi dovranno essere solari e non stagioni di calcio a cavallo di due anni.

Tetto ai costi

Avviato poi il tetto ai costi per stipendi a giocatori e allenatori, commissioni ad agenti, trasferimenti. Per il 2023/2024 sarà pari al 90 per cento delle entrate per poi passare nel 2024/2025 all’80 per cento e nel 2025/2026 al 70 per cento. Quindi, ogni squadra potrà spendere in base a quanto guadagna. Per fare chiarezza i costi di un giocatore sono dati dall’ingaggio (stipendio + eventuali bonus di firma), mentre il prezzo del cartellino (se non è acquistato a parametro zero) non è un costo ma un bene strumentale della squadra che verrà suddiviso negli anni in base alla durata del contratto. Quindi se un bene firma un contratto per 5 anni ed è costato alla squadra 10 milioni, il prezzo dovrà essere diviso in 5 anni (cosiddetto ammortamento). Nel bilancio sarà registrato un costo annuale di 2 milioni (10: 5 anni). Stipendi, o costi sostenti per un prestito o bonus e premi sono costi annuali. Le squadre che non rispetteranno il Fpf potranno subire richiami e sanzioni commisurate all’infrazione che possono arrivare a multe, trattenute di diritti, penalizzazione di punti, divieti di iscrizione dei giocatori per le competizioni europee o esclusione dalla partecipazione della squadra alle stesse. È chiaro ora che, in Europa, le squadre con bilanci ricchi di entrate avranno più possibilità di pagare stipendi alti. Per esempio, le “Big Six” inglesi che giocano un altro campionato finanziario. Il paradosso è che non conta quanti soldi ha il proprietario del club ma contano solo i ricavi sviluppati dalla squadra e gli investimenti dovranno essere commisurati a questo dato. Ecco il caso del Como 1907 di proprietà di Robert Budi e Michael Hartono rispettivamente 61° e 65° posto nella classifica Forbes degli uomini più ricchi al mondo che fanno del Como 1907 il club di calcio con la proprietà più ricca d’Italia.

Aggiornato il 04 marzo 2024 alle ore 14:00