Occupazione e inflazione stabili a gennaio

Il tasso di occupazione scende, ma rispetto all’anno scorso gli italiani lavorano di più. Lo ha rilevato l’Istat nel suo commento ai dati diffusi, secondo cui il numero degli occupati23 milioni 738mila – è superiore a quello di gennaio 2023 di 362mila unità. Ma su base mensile il tasso di occupazione è sceso al 61,8 per cento, quello di inattività è salito al 33,3 per cento mentre il tasso di disoccupazione in Italia è stabile al 7,2 per cento. L’aumento degli inattivi ha coinvolto uomini e donne di tutte le classi d’età, ad eccezione dei cittadini tra i 35 e i 49 anni, per effetto della dinamica demografica negativa. Il tasso di occupazione – aumentato complessivamente di 0,8 punti percentuali – è tuttavia cresciuto anche in questa fascia di età, dello 0,4 per cento. Infatti, la diminuzione del numero di occupati 35-49enni è meno marcata di quella della corrispondente popolazione complessiva.

Secondo l’Istituto nazionale di statistica, rispetto all’anno scorso è calato sia il numero di persone in cerca di lavoro (-8,1 per cento, -162mila unità) sia quello degli inattivi tra i 15 e 64 anni di età (-1,3 per cento, ovvero -157mila persone). Inoltre, in questo trimestre – rispetto al periodo precedente di agosto-ottobre 2023 – il livello di occupazione è cresciuto dello 0,4 per cento, per un totale di 90mila nuovi occupati. Ovviamente, l’aumento di lavoratori è strettamente collegato con la diminuzione di persone in cerca di lavoro (-3,5 per cento, -67mila unità) e alla stabilità dei cittadini inattivi.

Inflazione stabile

Durante il mese di febbraio, secondo le stime preliminari dell’Istat, l’inflazione è rimasta ferma allo 0,8 per cento. La stabilizzazione della crescita dei prezzi è dovuta principalmente dall’affievolirsi delle tensioni sul costo dei Beni alimentari. Ma a compensare questo effetto c’è l’indebolimento delle manovre deflazionistiche nel settore dei prezzi dei Beni energetici (dal -20,5 per cento di gennaio al -17,3 per cento di questo mese). Anche l’ascesa del costo del “carrello della spesa” ha subito una battuta d’arresto (+3,7 per cento), mentre l’inflazione di fondo si è attestata nelle stime preliminari al +2,4 per cento, -0,3 punti percentuali rispetto al mese precedente.

Aggiornato il 01 marzo 2024 alle ore 14:43