Panetta: l’Europa unita sa resistere a shock

Il governatore della Banca d’Italia ha parlato di Europa e non solo. Durante la conferenza Ten years with the euro a Riga, in Lettonia, Fabio Panetta è intervenuto ai microfoni dell’evento. “La finanza è uno strumento al servizio del benessere collettivo, e l’euro non fa eccezione: gli obiettivi e le implicazioni della moneta unica vanno ben oltre la sfera monetaria. Il successo dell’euro come valuta di riserva internazionale influenza il ruolo dell’Europa nel panorama economico e finanziario mondiale; incide sulla nostra collocazione geopolitica, sulla nostra autonomia strategica”, ha esordito il presidente di Bankitalia. “L’Europa è perfettamente in grado di resistere a shock, anche profondi, se resta unita e reagisce in tempi rapidi, con interventi decisi e politiche appropriate”, ha specificato Panetta, riferendosi probabilmente alla recente pandemia di Covid e alle crisi in Ucraina e Medio Oriente.

Ma “l’area dell’euro è vulnerabile agli shock che frammentano l’economia e i mercati finanziari europei lungo i confini nazionali – ha premesso il numero uno di palazzo Koch – soprattutto quando difficoltà di coordinamento intralciano o addirittura impediscono una risposta efficace di politica economica”. “Fu il whatever it takes dell’ex presidente Mario Draghi – ha ricordato il governatore – che invertì la tendenza nei mercati finanziari, rendendo chiaro a tutti che l’euro avrebbe superato quelle tensioni”. Ma il peso della moneta europea nel mondo “ha registrato un calo significativo durante la crisi finanziaria e la crisi del debito sovrano, fra il 2009 e il 2015, quando l’area dell’euro e stata colpita da shock asimmetrici affrontati con misure inadeguate”, ha precisato Panetta. Ciò che è andato storto anni fa è da attribuire alle politiche di bilancio che “sostennero l’economia per un periodo limitato, per poi orientarsi verso un consolidamento fiscale prociclico attuato mediante interventi non coordinati tra i diversi paesi membri e nel complesso incoerenti con le politiche di bilancio che sarebbero state necessarie per l’economia europea”, secondo il presidente di Bankitalia.

Il risultato della strada presa fra il 2009 e il 2015 è stata “un’inutile frammentazione dell’Europa, che fini divisa tra un nucleo centrale e una periferia, generando profonde divergenze economiche, sociali e politiche. Emerse il timore che l’area dell’euro potesse disgregarsi sotto tali pressioni; come era facile prevedere, le politiche procicliche e i messaggi contrastanti delle diverse autorità non bastarono a rassicurare gli investitori”, ha concluso Panetta. Ma adesso, le cose sono cambiate.

Aggiornato il 26 gennaio 2024 alle ore 16:47