Un accordo a tre per lo sviluppo di un mini-reattore

Fincantieri e Rina, due player mondiali della nautica, stanno studiando la fattibilità di un nuovo tipo di propulsore nucleare creato da Newcleo. Le tre aziende hanno firmato un accordo per lo sviluppo di un mini-reattore chiuso da utilizzare su grandi navi, allo scopo di decarbonizzare il settore. Si tratta di un progetto che potrebbe rivoluzionare la cantieristica mondiale. Immaginiamo che la tecnologia sia già coperta da brevetti internazionali e che ci siano sviluppi positivi anche per Fincantieri e Rina. Quali vantaggi offre il sistema Newcleo rispetto al nucleare “tradizionale” per navi e sottomarini? La Newcleo è un’azienda nata nel 2021 che sviluppa tecnologie ambientalmente performanti, dal momento che utilizza le scorie del nucleare civile, riducendo anche la polluzione nucleare oltre a quella atmosferica da CO2. Newcleo si occupa di reattori civili di IV generazione che utilizzano scorie prodotte da ospedali e centrali elettriche come combustibile per la produzione di energia. L’azienda è presente nel Regno Unito, in Italia e in Francia, e impiega 360 ingegneri e fisici nucleari.

L’accordo con Fincantieri e Rina (multinazionale di ispezione, certificazione, classificazione navale e consulenza ingegneristica) riguarda la tecnologia dei piccoli reattori modulari raffreddati a piombo (Smr) di Newcleo. Il mini-reattore chiuso funziona come una piccola batteria nucleare in grado di produrre una potenza elettrica di 30 megawatt. Ciò richiederebbe rifornimenti sporadici (solo una volta ogni 10-15 anni), una manutenzione molto limitata e una facile sostituzione del reattore a fine vita, con riutilizzo delle parti. L’utilizzo dell’energia nucleare pulita per alimentare le navi contribuirebbe a decarbonizzare rapidamente un settore alle prese con l’enorme consumo di combustibili fossili (uno yacht di 71 metri può consumare 500 litri gasolio per ogni ora di navigazione). L’industria navale, attraverso l’Organizzazione marittima internazionale (Imo), ha approvato la scorsa settimana i nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra, per azzerarle intorno al 2050. L’industria navale trasporta ancora il 90 per cento delle merci. Pertanto, le azioni dei grandi attori di questo settore hanno il potenziale di guidare i mercati e generare trend. Per quanto riguarda la sicurezza, il sistema salvaguarda l’ecosistema marino in caso di incidente: il piombo liquido all’interno del reattore si solidificherebbe raffreddandosi a contatto con l’acqua fredda, racchiudendo il nucleo del reattore in un involucro solido e contenendo le radiazioni grazie alle proprietà schermanti del piombo.

IL NUCLEARE E LE NAVI, DAGLI ANNI CINQUANTA

Finora le navi a propulsione nucleare non hanno avuto una grande diffusione, a causa dell’alto costo di esercizio. Al contrario i sottomarini militari a propulsione atomica hanno successo per il loro valore strategico, perché hanno un’autonomia pressoché illimitata e possono lanciare missili balistici da qualsiasi mare del pianeta. La prima unità nucleare subacquea, il Nautilus, venne varata dagli Stati Uniti nel 1954. Nel 1955 coprì la distanza di 2.750 chilometri in 86 ore, con una velocità di crociera superiore ai 20 nodi (37 chilometri orari). Nell’agosto del 1958 il Nautilus effettuò la prima traversata sottomarina del Polo Nord. Attualmente gli Stati Uniti hanno 133 sottomarini operativi, tutti dotati di un reattore in grado di garantire almeno 640mila chilometri senza necessità di sostituire il combustibile nucleare U235.

La Russia ha 35 sottomarini in servizio. La tecnologia non sufficientemente avanzata causò diversi incidenti – come quello del K-19 – soggetto dell’omonimo film del 2001 con Harrison Ford e Liam Neeson. Il Regno Unito ha otto sottomarini atomici, la Francia dieci e la Cina cinque (la marina militare cinese è in una fase di grande sviluppo: previste almeno due nuove portaerei nucleari, le prime per la Cina, entro il 2035). Diverso il caso delle navi di superficie. Poche di queste furono realizzate per uso militare e civile, a parte alcuni rompighiaccio russi, a partire dal Lenin, varato nel 1959. Al contrario i sommergibili e le portaerei, pur avendo una manutenzione costosa, sono meno esposti ad attacchi nemici. Gli Usa hanno dieci super portaerei nucleari operative. La Russia ha tre incrociatori lanciamissili e una nave comando, mentre la Francia ha la portaerei nucleare Charles de Gaulle, entrata in servizio nel 2001. La de Gaulle può effettuare 648 miglia nautiche al giorno a 27 nodi, ma è comunque più lenta delle super portaerei americane. Ha anche il difetto di avere poca autonomia di viveri e kerosene per gli aerei Rafale in dotazione. Tuttavia ha un alto livello di stabilità, il che la rende operativa anche in critiche condizioni di mare.

Aggiornato il 26 luglio 2023 alle ore 11:17