Farmaci: gli italiani non badano a spese

“La spesa farmaceutica pubblica e privata, nel 2021, è stata pari a circa 32 miliardi di euro, in aumento del 3,5 per cento rispetto al 2020. La spesa pubblica ha avuto invece un valore di 22 miliardi, con un aumento del 2,6 per cento. Quindi la spesa out of pocket per i farmaci nel 2021”, cioè pagata di tasca propria dai cittadini, “supera i 9 miliardi”.

Così Nicola Magrini, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) nell’introduzione della presentazione del Rapporto OsMed 2021L’uso dei farmaci in Italia”. Lo stesso Magrini ha riferito: “Andrebbe a mio avviso ridotta la spesa privata, in quanto fonte spesso di spesa impropria o addirittura inutile, in alcuni casi”.

Nello specifico, nel 2021 la spesa per i farmaci di classe C a carico del cittadino ha toccato quota 6,1 miliardi di euro circa, con una crescita del 7 per cento rispetto all’anno precedente. Di questi, 3,5 miliardi (ovvero il 57 per cento) sono legati ai farmaci con ricetta e il 43 per cento (2,6 miliardi) ai farmaci di automedicazione, compresi quelli erogati nelle attività commerciali. Contraccettivi, benzodiazepine, farmaci utilizzati nella disfunzione erettile sono le categorie a maggiore spesa.

Tra le altre cose, i farmaci cardiovascolari sono rientrati nella classe terapeutica a maggiore spesa e consumo nella parte convenzionata. Allo stesso tempo, i farmaci antineoplastici e immunomodulatori, i farmaci del sangue e organi emopoietici sono stati quelli, rispettivamente, a maggiore spesa e consumo tra i prodotti acquistati nelle strutture pubbliche.

È stato segnalato, poi, che nella popolazione anziana la spesa media “per utilizzatore” è stata di 558 euro (525 nelle donne e 599 negli uomini). Inoltre, il 97 per cento della popolazione, durante l’anno, ha ricevuto almeno una prescrizione farmacologica. Per quanto concerne la popolazione pediatrica, il 35,1 per cento ha avuto nel 2021 almeno una prescrizione dei farmaci (il 53,8 per cento dei bambini nella fascia prescolare). In confronto ai dodici mesi precedenti, c’è stata un innalzamento delle confezioni pro-capite.

Tra i farmaci più prescritti, infine, sono stati segnalati gli antinfettivi per uso sistemico e quelli per l’apparato respiratorio. Se i primi hanno proseguito a evidenziare una diminuzione dei consumi, i farmaci dell’apparato respiratorio hanno registrato una ripresa. Non solo: persiste una bassa incidenza della spesa per i farmaci equivalenti rispetto agli altri Paesi europei, anche se l’Italia si trova al secondo e primo posto nell’incidenza della spesa e del consumo di farmaci biosimilari. Tenendo conto dei farmaci erogati in ambito territoriale e quelli in ambito ospedaliero, è stato notato che il Belpaese ha prezzi superiori solo alla Francia, al Portogallo e alla Polonia.

Aggiornato il 29 luglio 2022 alle ore 14:03