Un peso dell’11,9 per cento sul Pil, ma soprattutto 211 miliardi di euro: è questo il valore dell’economia sommersa ed economia illegale nel nostro Paese. Dati, questi, che sono relativi al 2018, come reso noto dall’ultimo rapporto dell’Istat. Facendo un confronto con il 2017, la riduzione è sui 3 miliardi.
Nel merito, viene spiegato che l’economia sommersa si avvicina ai 192 miliardi di euro. Attività illegali – con traffico di droga come capofila – ammontano a quasi 19 miliardi. Sempre per l’Istat, c’è una diminuzione delle unità di lavoro irregolari: nel 2018 toccano quota 3 milioni 652mila, con un calo di 48mila unità rispetto al 2017.
Capitolo lavoro irregolare: scende dell’1,3 per cento. La componente non regolare dipendente presenta un -1,4 per cento (meno 39mila unità). Quella indipendente ha -9mila unità, una riduzione cioè dello 0,9 per cento.
Altri numeri. Nel sommerso circa l’80 per cento viene riscontrato nel terziario, oltre il 40 per cento invece nel commercio. Secondo l’analisi dell’Istat, il sommerso è presente per circa due terzi in tre settori: commercio, alloggio e ristorazione, trasporti. Da segnalare come le attività di produzione di beni intermedi e di produzione di beni di investimento contribuiscono, in modo più ridotto, all’economia sommersa (rispettivamente 0,9 per cento e 2,2 per cento) che al valore aggiunto complessivo (5,9 per cento e 7,2 per cento).
Ultima curiosità: l’incidenza del lavoro irregolare presenta un calo in tutti i settori tranne che nell’agricoltura. Qui emerge una crescita dal 18,4 per cento del 2017 al 18,8 per cento del 2018.
Aggiornato il 14 ottobre 2020 alle ore 12:54