Sostenibilità e innovazione sono due dei pilastri della partecipazione italiana a Expo 2020 e sono anche i principi ispiratori dei progetti Prima che saranno presenti a Dubai. Il Padiglione Italia ospiterà alcune delle più interessanti esperienze innovative dell’agrifood e della blue-economy del Mediterraneo. Attrattiva di tematiche internazionali sostenibili e innovative, l’Expo 2020 di Dubai è un appuntamento estremamente importante. L’Esposizione Universale si svolgerà negli Emirati Arabi Uniti dal 20 ottobre 2020 al 10 aprile 2021 ed è la prima Esposizione Universale che si svolge in un Paese arabo, nell’area Me.Na.Sa. (Medio Oriente, Nord Africa, Asia meridionale). La grande esposizione vedrà la partecipazione di delegazioni e istituzioni di oltre 200 paesi. Per sei mesi Dubai si trasformerà in una vetrina mondiale in cui i Paesi partecipanti presenteranno al mondo il meglio delle loro idee, progetti, modelli esemplari e innovativi nel campo delle infrastrutture materiali e immateriali sui temi legati all’Esposizione Universale. Le imprese italiane stanno lavorando per parteciparvi, nella speranza che a ottobre il Covid-19 non sia più una minaccia.
Numerosi saranno gli interessi legati al rafforzamento delle infrastrutture, alla vita e alle priorità delle nazioni, dai sistemi innovativi di logistica, trasporto e comunicazione all’accessibilità e resilienza delle risorse ambientali, energetiche, accesso al cibo e nuove proposte legate alla valorizzazione del patrimonio idrico e agroalimentare. L’evento permetterà di mostrare al mondo anche l’importanza dell’innovazione tecnologica delle piccole e medie imprese del settore agroalimentare.
A gennaio, l’Accademia italiana del tartufo (Ait) e l’Associazione italiana sommelier (Ais) hanno firmato un patto per promuovere e valorizzare il vino e il tartufo, alfieri del made in Italy nel mondo, e durante Expo 2020 saranno presenti anche molte aziende, che faranno assaggiare ai partecipanti le eccellenze italiane. Quanto ai 27 progetti a guida italiana che hanno vinto i Bandi “Prima” (Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area) tre di questi, tra cui il progetto “Surefish”, sono stati presentati all’Info–day che si è svolto presso il ministero dell’Università e della Ricerca. Ricordiamo che per Prima l’obiettivo principale dell’iniziativa decennale (2018–2028) è ideare nuovi approcci R.&I. per migliorare la disponibilità di acqua e la produzione agricola sostenibile in una regione fortemente afflitta dai cambiamenti climatici, dall’urbanizzazione e dalla crescita della popolazione.
La partnership comprende attualmente 19 paesi partecipanti: Algeria, Croazia, Cipro, Egitto, Francia, Germania, Grecia, Israele, Italia, Giordania, Libano, Lussemburgo, Malta, Marocco, Portogallo, Slovenia, Spagna, Tunisia e Turchia. La caratteristica distintiva dei progetti vincitori dei bandi Prima è che ciascuno di essi vede la partecipazione di almeno un ente di ricerca della costa Sud del Mediterraneo, a testimonianza del ruolo del Programma europeo anche in chiave di diplomazia scientifica. Tra i tre progetti più innovativi che saranno illustrati a Dubai ricordiamo “SureFish”, il progetto coordinato da Enco, Engineering & Consulting insieme al Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II che mira alla promozione della pesca nel Mediterraneo, garantendo tracciabilità e autenticità attraverso l’implementazione di strumenti analitici e tecnologia digitale come blockchain e Ict (Information and Communication Technologies).
La progettualità legata a Surefish, vede lavorare assieme 13 partner di entrambe le sponde del Mar Mediterraneo (Egitto, Italia, Libano, Spagna e Tunisia), tra cui “Slow Food Tebourba Association” unitamente a “Gi.&Me. Association”, presieduta da Franz Martinelli. Obiettivo finale è la valorizzazione dei prodotti ittici del Mediterraneo, il miglioramento della sostenibilità, della sicurezza alimentare, della qualità e la garanzia di una maggiore competitività per le piccole aziende. Allo stesso tempo, il progetto intende sviluppare strategie di comunicazione e informazione per promuovere la fiducia dei consumatori, con marchi di certificazione e APP dedicate, per tutelare le specie in pericolo nel nostro bacino comune, rispecchiando anche i criteri di sostenibilità sostenuti dalle Nazioni Unite.
Aggiornato il 27 marzo 2020 alle ore 12:22