Con il “Decreto Fiscale” si aggrava ancora la posizione di responsabile solidale del committente

Il decreto legge 26 ottobre 2019 n. 214 (cosiddetto decreto fiscale, in conversione in Parlamento) aggrava non poco quella che è la disciplina generale della solidarietà in materia di appalto per cui committenti e subappaltatori sono obbligati in solido alla corresponsione verso i lavoratori occupati nell’esecuzione del contratto di tutti i trattamenti retributivi, contributi, previdenziali ed assicurativi, senza beneficio di preventiva escussione del datore di lavoro tenuto ai versamenti.

La norma - sostiene l’avvocato Luca Vitali nel Focus Ibl “Responsabilità solidale del committente: siamo tutti esattori? - conferma una tendenza ormai conclamata per una strisciante delega con cui lo Stato tenta di spogliarsi delle funzioni che i cittadini e contribuenti pagano per addossarle loro, a vario modo ingrossando le incombenze burocratiche della imprese, dei professionisti e dei lavoratori in generale, destinatari degli obblighi mascherati sempre a vario titolo”.

Tale slittamento è il portato di una scelta legislativa grossolana che inverte i principi fondamentali dell’ordinamento civile. È lo Stato che ha la funzione e i poteri di vigilare e sanzionare e tale potere non può essere calato dalla legge e trasformato in un obbligo contrattuale, perché i rapporti di diritto privato si reggono su regole e logiche del tutto diverse, che presuppongono l’ordinamento come terzo garante delle transazioni. Questa norma, invece, trasferisce i poteri e doveri di controllo in capo ad una delle parti contrattuali che può usare tali poteri per sbilanciare l’intero rapporto”.

Inoltre, prosegue Vitali nell’esaminare gli effetti distorsivi e le conseguenze inintenzionali di tale norma, tale politica della vigilanza mette seriamente a rischio la produttività delle imprese di minori dimensioni e la competitività dell’intero settore imprenditoriale italiano, da un lato riportando a modelli di organizzazione del lavoro non più attuali e dall’altro sacrificando sproporzionatamente le imprese meno organizzate e con meno disponibilità di risorse per affrontare seri aggravi burocratici.

In conclusione, per quanto la solidarietà imposta al committente possa essere ritenuta uno strumento utile a scongiurare fenomeni di evasione, il meccanismo legislativo attuale è - irragionevolmente - del tutto sbilanciato, tanto da apparire solo un mezzo dissuasivo utile solo a fare più facilmente cassa nel breve termine”.

Aggiornato il 23 dicembre 2019 alle ore 12:38