Autostrade A24-A25: salta l’intesa sulle tariffe

Salta l’intesa per la sterilizzazione delle tariffe sulle autostrade abruzzesi e laziali A24 e A25 e torna il rischio della maxi stangata dal primo settembre.

Dopo il superamento dell’ostacolo più grande con l’approvazione del Piano economico finanziario - al quale manca solo il parere dell’Ue - da parte di Cipe e Autorità per la regolazione dei Trasporti (Art), sembrava che la strada per evitare il maxi aumento dei pedaggi dal primo settembre prossimo sulle autostrade laziali e abruzzesi fosse in discesa: invece, nel pomeriggio di ieri, l’Anas non ha ratificato l’intesa sulla sterilizzazione delle tariffe trovata l’altro ieri in un summit tra ministero per le Infrastrutture e Trasporti, ministero dell’Economia e Finanze e concessionaria Strada dei Parchi Spa, incentrata sulla copertura dei costi dei mancati incassi con l’utilizzo delle rate del prezzo di concessione.

Ora, come sottolineato dai vertici di Sdp, serve un intervento normativo da parte del Governo. Sdp ha svelato il mancato accordo, contattata dall’Ansa per un commento sul Pef e sulla stessa riunione con Anas. Si annuncia quindi un nuovo braccio di ferro tra la società pubblica e la concessionaria e parte un’altra corsa contro il tempo perché, come spiegato dal vicepresidente del Cda di Sdp, Mauro Fabris, senza un intervento del Governo non ci sono le condizioni per la proroga del blocco delle tariffe, già fatta il primo giugno, fino al 31 agosto.

Una sterilizzazione che va avanti da mesi e che, se revocata, causerebbe per gli automobilisti una stangata del 19 per cento: il 12,8 per cento scattato dall’inizio dello scorso anno sulla base di sentenze del Tar dopo tre anni di blocco da parte del Mit, e il 5,6 per cento dal primo gennaio 2019 sulla base della concessione.

“Siamo molto soddisfatti dell’intesa sul nuovo Pef - spiega Fabris - al cui varo manca solo il parere dell’Ue. Non c’è invece, per ora, l’accordo per sterilizzare le tariffe in quanto Anas si è opposta alla proposta di utilizzo delle rate del prezzo di concessione, come accaduto in passato, per coprire i costi del blocco delle tariffe, in attesa dell’approvazione del Pef”.

Aggiornato il 08 agosto 2019 alle ore 14:40