Tra le scelte strategiche della Russia in rapporto alle politiche dell’Artico vi è la volontà di voler divenire leader regionali nella produzione e nello stoccaggio del gas liquido naturale, eludendo le sanzioni Usa e controllando i pedaggi delle navi cisterna che dall’Asia, passando attraverso la rotta nordica, giungono a Rotterdam. In tale ottica, preoccupa l’espansione militare russa nella regione con la sua flotta di navi e sottomarini che il Cremlino ha stanziato nell’Artico, oggi ai massimi storici dal crollo dell’Unione Sovietica.
Analizzando a fondo la situazione, ricordiamo che la Yamal Lng di Novatek è il più grande produttore di gas naturale della Russia e che nel 2018 ha già trasportato oltre 7 milioni di tonnellate di gas naturale per i mercati europei e della Norvegia. A fine giugno 2017, nelle acque della Baia di Kola, sono state avviate le trivellazioni condotte da una consociata di Gazprom, utilizzando una piattaforma di fabbricazione cinese, capace di esplorare fino alla profondità di 1400 metri. Inoltre, sempre in rapporto alle acque di Kola, la testata “ArticToday” ha riportato che nel corso del 2019 il governo federale russo intende spendere 965 milioni di euro per la costruzione di un importante terminal artico per lo stoccaggio e per gli impianti di ricarica di Gnl. Il piano del progetto è stato approvato nell’aprile 2019 dal primo ministro Dmitry Medvedev. Secondo la documentazione, il progetto deve essere pronto per il 2023 e prevede la costruzione di due strutture dedicate all’impiantistica per lo stoccaggio galleggiante e un molo di ancoraggio con tutte le infrastrutture costiere necessarie. Va sottolineato che l’annuncio delle istituzioni russe arriva dopo qualche settimana l’approvazione di un progetto simile sulla costa pacifica del paese, a Bechevinka, nella penisola di Kamchatka. Le strutture terminali serviranno sia alla società di gas naturale Novatek sia alla formulazione di nuovi progetti legati al Gnl nella regione artica. Inoltre, un secondo progetto, l’Artic LNG 2 è in fase di sviluppo e arriverà ad erogare 18.9 milioni di tonnellate di materiale all’anno. La documentazione governativa non riporta chiaramente dove nella penisola di Kola verrà costruito il nuovo terminal, ma Novatek ha dichiarato che sarà ubicato nei pressi di Ura Guba. La zona ospita una delle basi navali più importanti della Flotta del Nord della Russia. Ura Guba è ubicata a circa 50 chilometri a nord ovest di Murmansk. Possiede un fiordo profondo e nel corso dell’intero anno non vi è giacchio, rappresentando uno dei luoghi più importanti per la navigazione e lo logistica portuale della penisola di Kola. Nella locale base navale ci sono diversi sottomarini a propulsione nucleare, tra i quali, il “Sierra II” e il “Victor III”. La costruzione dei nuovi terminal consentirà alla società Novatek di ridurre i costi di trasporto del Gnl. Le petroliere “Arc7”, predisposte come rompighiaccio, che attualmente sono operative tra Sabetta e Yamal, sono molto costose e si punta a consentire l’accesso anche alle normali petroliere. Con la costruzione di hub dedicati al trasbordo, le petroliere “Arc7” saranno utilizzate in altre zone e le comuni petroliere raccoglieranno il gas naturale, navigando per giungere in Europa e per fornire i clienti europei.
Dalla fine dell’anno 2018, la società Novatek è impegnata nel rifornimento di Gnl nel fiordo norvegese di Sarnes. Con i nuovi progetti, le operazioni di trasferimento avverranno nelle acque russe e tale idea è confermata dall’amministrazione di Novatek attraverso le dichiarazioni di Leonid Mikhlson. La ricerca internazionale della Federazione Russa di partner estranei al regime delle sanzioni imposte dall’Unione europea e lontano dalle logiche statunitensi ma in grado di fornire le stesse dotazioni tecnologiche è alla base del comune interesse tra Russia e Cina e quindi l’avvio di una specifica cooperazione con la Cina orientata allo sfruttamento delle zone polari.
Nel 2016, l’Agenzia Federale russa per la Gestione delle Risorse del Sottosuolo e la China Oilfield Services Limited hanno siglato un accordo di cooperazione, in base al quale si impegnano ad una collaborazione di lungo termine nell’ambito della sorveglianza delle attività sismiche in mare, sia in Russia che all’estero. L’Artico diviene sempre più oggetto di attenzione sia da parte della Federazione Russa che da parte del colosso cinese, nuove alleanze che possono mutare anche lo scenario geopolitico nell’immediato futuro.
Aggiornato il 02 maggio 2019 alle ore 13:05