L’Albania ad oggi è considerata dagli imprenditori un luogo ideale in cui investire: il sistema fiscale e il costo del lavoro nel Paese delle Aquile sono infatti ad un livello decisamente abbordabile. Ci sono più di 2400 imprese italiane che hanno aperto sedi ed attività di vario genere a Tirana. Il governo albanese sta inoltre costruendo, nei pressi di Durazzo, una zona franca per chi investirà in quelle terre: zero imposte per 10 anni, riforma della burocrazia secondo la formula del silenzio assenso e revisione del catasto.
L’Albania è il Paese balcanico con più legami storici con l’Italia, dove è maggiormente diffusa la lingua italiana, e dove i rapporti economici commerciali con il nostro Paese si realizzano da tempo immemorabile. Vicinanza con l’Italia: Milano/Ragusa = Milano/Tirana, circa 1500 chilometri. Crescita media del Pil del 5,1 per cento negli ultimi 9 anni; forza lavoro qualificata; tassa sugli utili del 15 per cento; costo della manodopera tra i più bassi dell’Europa Orientale (circa 180 euro mensili per un operaio generico); trattato sulla doppia imposizione con l’Italia; livello di istruzione superiore alla media Ue; lingua italiana parlata da buona parte della popolazione; forti incentivi da parte del Fmi e Bce per le iniziative imprenditoriali; presenza capillare di banche internazionali (Raiffaisen, Societè Generale) e italiane (Banca Intesa, Veneto Banca); Paese in pieno boom economico con ampi spazi per investimenti in vari settori.
Lunedì 25 giugno (alle ore 17,30) presso la sede de “La fabbrica del sapere” di Barletta si svolgerà un interessante approfondimento sulle opportunità per le imprese con un focus specifico sull’Albania. Tra gli autorevoli relatori vi saranno il presidente de “La fabbrica del sapere”, Vito di Lernia, il presidente della Camera di commercio di Bari Alessandro Ambrosi, Salvatore Liso presidente Confapi Bari e Bat, l’avvocato Giuseppina Miccoli, presidente LegalService, l’onorevole Nicola Ciraci, il console generale dell’Albania in Italia Adrian Haskaj e Roberto Laera, consulente all’internazionalizzazione. Per comprendere al meglio l’importanza dei lavori di Barletta intervistiamo l’onorevole Nicola Ciraci (nella foto).
L’Albania in rapporto all’Italia: ci sono già più di 2400 imprese tricolori che hanno aperto sedi ed attività di vario genere a Tirana. Quali sono le richieste e le problematiche sollevate dagli imprenditori italiani nel Paese delle aquile?
Gli imprenditori italiani presenti o che si affacciano sempre più numerosi sul mercato albanese hanno davvero grandi vantaggi se producono e necessitano di manodopera, mentre hanno difficoltà se devono concorrere nella Pubblica amministrazione vista la scarsa trasparenza e la poca informatizzazione dei servizi. Cosa chiedono? Di poter lavorare in una clima di sicurezza e stabilità, con un sistema fiscale leggero, un sistema bancario collaborativo con le aziende e soprattutto lo sviluppo immediato della logistica (quello che non trovano più nel nostro Paese). La Pubblica amministrazione ha necessità di regole certe che permettano compétition, il sistema Albania ha necessità di fornire informazioni in tempo reale all’impresa, di concludere la riforma del catasto dando maggiori certezze agli investitori. Il processo di occidentalizzazione del sistema economico è ancora un percorso ad ostacoli, pieno comunque di buona volontà. Non ho difficoltà a suggerire ad una impresa italiana di internazionalizzare la sua prospettiva verso l’Albania dove sicuramente i vantaggi sono molto superiori alle difficoltà e vi è un clima di ottimismo che da noi manca da tanto. In attesa di riforme strutturali sul costo del lavoro e la tassazione da parte del nostro nuovo governo, il Paese delle aquile può preservare asset importanti dell’azienda Italia.
Il console generale dell’Albania in Italia Adrian Haskaj ha recentemente dichiarato che gli incentivi fiscali per i settori del turismo, che vedono una esenzione totale per 10 anni alle strutture classificate 4 e/o 5 stelle e Iva al 6 per cento e il settore IT con una flat tax al 5 per cento, vedono l’Albania puntare alla valorizzazione delle bellezze naturalistiche e culturali senza tralasciare l’innovazione tecnologica e la formazione, pilastri della crescita economica. Possiamo illustrare le novità fiscali nel Paese legate alla promozione del turismo?
Bene fa il console a puntare su turismo e cultura e sulla loro positività per la crescita economica del Paese. Va detto subito che tutto ciò non può far continuare una cementificazione strategica dell’Albania che invece va tutelata e indirizzata verso un turismo sostenibile non da grandi numeri. Le nuove leggi sull’impresa turistica a “tasse zero”, speriamo, non portino a presenze imprenditoriali invasive per il territorio. Karaburun la prima riserva marina d’Albania, che rappresenta un segnale importante della volontà del governo di investire sulla propria bellezza e natura, fa ben sperare sulla maturità delle loro politiche di salvaguardia. Il nostro ruolo è quello di far conoscere l’Albania senza preconcetti, negli aspetti legislativi e soprattutto culturali, renderla fruibile con immediatezza per tutti, far collaborare i nostri ministeri del Turismo, Ambiente e Cultura con quotidianità, come se fossero una regione italiana transfrontaliera. A noi più di tutti tocca l’onere di conservare la memoria del loro Paese.
Numerosi consulenti per l’internazionalizzazione stanno promuovendo le opportunità che l’Albania offre nel reparto agroindustriale. Roberto Laera, consulente per l’internazionalizzazione, ha recentemente dichiarato: “ci saranno sgravi fiscali per le Società cooperative agricole e gli agriturismo, con la riduzione dell’imposta sugli utili dal 15 al 5 per cento; vantaggi che si aggiungono al ridotto costo del lavoro, alla larga diffusione della lingua italiana e alla vicinanza con l’Italia e in particolare con la Puglia”. Quali sono le concrete opportunità per gli imprenditori italiani interessati all’agribusiness in Albania?
La Xylella ha dato un duro colpo non solo all’agricoltura pugliese ma anche e soprattutto al sistema florovivaistico un tempo fiorente e oggi sempre più colpito dai divieti di vendita di tanti tipi di piante. Va ricordato che oltre a essere il Paese delle aquile l’Albania è il Paese delle acque e che quindi si presta naturalmente a nuovi vivai e a vari agribusiness, oltre alle politiche di agevolazioni fiscali. Ovviamente va ricordato che lì ci sono anche nuovi mercati balcanici più facili da raggiungere coltivando e producendo direttamente nel Paese. L’Italia e l’Europa hanno sottovalutato quanto possa essere grave il problema Xylella e in mancanza di ristori agli agricoltori e alle imprese ben presto potremmo assistere a una emigrazione del settore innanzitutto verso l’Albania, fenomeni che andrebbero monitorati dalla nostra diplomazia
Analizziamo i rapporti diplomatici. Sono molte le iniziative che vedono la partecipazione della diplomazia italiana e quella albanese. Che novità possiamo registrare e quali sono i focus prioritari in rapporto anche all’integrazione europea?
Animare i rapporti tra Italia e Albania è semplice vista la voglia di Europa e di globalizzazione del popolo albanese che oramai corre veloce in un sistema con pochi lacci e ancora troppi pochi doveri. I competitor del nostro Paese sono tanti e molto aggressivi, commercialmente basti pensare alla Turchia, ma alla fine l’italianità rimane un Must che va riempito di cultura, moda, gastronomia e tanta formazione. Basti pensare ai tanti ragazzi italiani che studiano all’Università del Buon Consiglio. L’impegno è quello di riempire ogni giorno l’Albania di contenuti del made in Italy difendendo l’uso della nostra lingua che dobbiamo chiedere che venga resa obbligatoria nel corso degli studi. Su queste basi stiamo sviluppando grazie alla visione fattiva di SE Bitri Lani, ambasciatrice d’Albania nel nostro Paese, un protocollo di collaborazione tra il Conservatorio di musica Tito Schipa e l’Accademia di musica di Tirana. Spero che il nuovo governo punti molto sulla collaborazione con i Balcani e rimetta in moto il rapporto privilegiato che tutti attendono. Ovviamente è impensabile che la logistica rimanga nelle mani di pochi monopoli di mare e di terra. Un solo volo Bari/Tirana, non tutti i giorni, e gli scarsi collegamenti via mare da Bari e Brindisi con pochi posti in stiva per il trasporto su gomma sono un grande limite che va superato. Non vedo sin ora iniziative concrete e intelligenti e mi aspetto invece la creazione di una autostrada del mare che crei collegamento al secondo aeroporto di Valona. Senza mobilità è impensabile sviluppare mercati o flussi turistici. La stessa Tap ferma in Albania, se finita e avviata può creare opportunità, indotti e rafforzare i rapporti commerciali
Le riforme giuridiche e i processi di avanzamento democratico nel Paese delle aquile. Molto sta facendo l’Albania per adeguarsi alle strutture giuridiche europee e per il rispetto delle convenzioni internazionali in tema di diritti umani e stato di diritto. Può descriverci le novità provenienti dal Paese?
Riforma della giustizia e riforma delle Università sono delle realtà giuridiche già concretizzate che vanno incontro alle politiche richieste dalla comunità europea. Oggi tutti si attendono certezza del diritto nella Pubblica amministrazione e i processi di collaborazione avviati con la nostra Anac individuano percorsi virtuosi lunghi ma ben avviati. D’altronde l’Albania assorbe bene le politiche di riforma, anche se il contesto politico è di grande contrapposizione tra governo e opposizione sui temi europei e vi è comunanza di intenti. La novità è rappresentata dalla trepida attesa per l’avvio dei negoziati con l’Unione europea, in un clima quasi calcistico. Dal Governo Conte mi aspetto una politica di grande sostegno al processo di entrata dell’Albania nella Ue, per noi è una via obbligata e credo anche desiderata. Il concerto di qualche giorno fa di Ermal Metà in piazza Skandenberg come quello di Al Bano prima della caduta del regime sono la testimonianza viva di come questi due nostri popoli vivano in simbiosi.
Aggiornato il 22 giugno 2018 alle ore 13:36