“25xtutti”: le ragioni di un numero

Per chi pensa che la politica debba vivere di idee e proposte, crediamo che il dibattito sviluppatosi sul Sole 24 Ore, e poi su altri quotidiani e media, a partire dal nostro “25xtutti” sia stato un evento tristemente eccezionale. Eccezionale perché, per una volta, si è discusso a partire da una proposta strutturata e concreta di riforma del fisco: non di micro-incentivi distribuiti a questo o a quello, o di mero maquillage. Tristemente tale, perché purtroppo occasioni come questa in Italia sono sempre più rare: e sarebbe bene che non lo fossero, specie ora che il nostro Paese si avvicina un appuntamento elettorale che assomiglia molto a un salto nel vuoto.

Ci sono state mosse delle critiche, talora legittimamente ideologiche (la progressività per scaglioni non si tocca), talora invece acutamente nel merito. Nicola Rossi ha già risposto diffusamente, sul Sole 24 Ore, sul Corriere della Sera, sul Messaggero, e anche su La Voce.info. Su alcuni punti specifici ci ripromettiamo di tornare nei prossimi mesi.

Vorremmo solo chiarire, in questa occasione, una questione puntuale: l’aliquota.

È stato detto che il 25 per cento sarebbe una scelta “di comunicazione”: un numero per colpire l’attenzione, più che un valore fondato su basi più solide. C’è chi vorrebbe un’aliquota più elevata, per evitare un’operazione da finanziare attraverso una spending review come quella che abbiamo proposto; c’è chi vorrebbe due aliquote; c’è chi vorrebbe un’aliquota più bassa, confidando nella curva di Laffer.

Siamo stati accusati di essere irragionevolmente radicali, insomma, oppure troppo poco. Ci sembra, forse anche per questo, di avere colpito nel segno.

“25xtutti” è una proposta che richiederebbe una riduzione del perimetro dello Stato, un passo deciso in quella direzione: ma un passo non al di là delle capacità della politica. Un passo che andrebbe fatto e che si può fare senza esitazioni, per farne poi altri.

“25xtutti” è una proposta che non si affida agli aumenti di gettito dovuti all’aumento della base imponibile, perché ci sembra somiglino troppo agli immaginifici proventi della lotta all’evasione.

“25xtutti” richiama un numero chiaro, facile da ricordare. Ma, più che una scelta di comunicazione, è una scelta pedagogica.

Eravamo convinti che, nella nostra Costituzione, l’obbligo di pareggio di bilancio andasse scritto con parole più chiare. E che quell’obbligo dovesse essere accompagnato da una soglia massima per la pressione fiscale, ovvero da un limite netto alla percentuale di Pil che la spesa pubblica può ingurgitare. Le cose sono andate diversamente. Allineando tutte le aliquote a un medesimo valore, si può pensare di ottenere a livello culturale ciò che non è stato possibile realizzare a livello legale. Rendere il prelievo visibile, chiaro, comprensibile e pertanto, forse, convincere i cittadini che oltre una certa soglia di pressione fiscale si diventa sudditi.

Siamo contenti della discussione che si è sviluppata su “25xtutti”. Come ogni cosa, è ampiamente migliorabile. Ci auguriamo che, anche dalla politica, possa venire qualche contributo in tal senso.

Aggiornato il 20 luglio 2017 alle ore 10:56