L’Alitalia e il Paese  dei carrozzoni volanti

L’ennesima débâcle finanziaria di Alitalia, compagnia aerea perennemente sull’orlo del baratro con perdite che superano il milione di euro al giorno, appare del tutto rappresentativa del Paese dei carrozzoni.

Un Paese in cui nel tempo si è strutturato un autodistruttivo regime politico-sindacal-burocratico il quale, data l’enorme mole di grandi e piccoli interessi che tutela, sembra assolutamente incapace di autoriformarsi.

In questo sistema sostanzialmente immobile l’aumento progressivo dei costi e la contemporanea perdita di efficienza risultano essere i due elementi inversamente proporzionali sempre presenti nel nostro piccolo mondo antico alla rovescia. Un mondo nel quale la parola mercato e libera concorrenza vengono aborriti da una parte consistente della popolazione, assuefatta da decenni ad un collettivismo strisciante che, come dimostra il caso eclatante di Alitalia, privatizza gli alti stipendi e le ambite poltrone e socializza le perdite.

Da questo punto di vista, il mainstream mediatico ci offre quotidianamente uno specchio abbastanza esatto della condizione di inconsapevolezza economica che vive l’italiano medio. Vengono infatti proposte dalle varie emittenti televisive di ogni orientamento, sempre le stesse, quasi quotidiane manifestazioni di dipendenti di aziende decotte la cui unica finalità è nella stragrande maggioranza dei casi quella di sollecitare l’intervento della politica, ovviamente attraverso l’utilizzo di fondi pubblici. Ebbene, forse sarà stato sempre distratto, ma non mi è mai capitato di seguire un reportage giornalistico in cui l’autore e i tanti cittadini interpellati si ponessero almeno una volta la seguente domanda: ma chi paga?

In tutto ciò, poi, si è inserito da tempo un rigurgito nazionalista d’altri tempi il quale, se ampiamente giustificato dal lato del colossale problema dell’immigrazione clandestina, non trova alcuna ragion d’essere sul piano economico. Da questo punto di vista, così come avviene nei confronti del comodo capro espiatorio dell’Europa cinica e bara, il nemico che trasforma i nostri “gioielli” aziendali in inefficienti carrozzoni non viene da Parigi, Berlino o Madrid.

Il nemico è tutto endogeno ad un sistema che, almeno in una certa parte, rifiuta ostinatamente di fare i conti con la realtà. Ma alla fine quest’ultima, la realtà, si incaricherà di riportare sulla terra questo Paese di santi, poeti, navigatori e inguaribili sognatori. Viva l’Alitalia!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:20