Vittorio Robiati Bendaud ha firmato un importante saggio sulla tragedia armena. Non ti scordar di me. Storia e oblio del genocidio armeno, edito da Liberilibri, preceduto da un testo introduttivo curato da Paolo Mieli, racconta e analizza la storia e le cause di questo colossale dramma, ma ne mostra anche la bruciante attualità. Il genocidio armeno infatti è “tuttora in essere” nonostante un “negazionismo, magistralmente perseguito e realizzato”, scrive l’autore. Un negazionismo che è “parte costitutiva, anzi “essenziale” del processo genocidario”, ribadisce Mieli, e che “ha permesso, ai nostri giorni, il riattivarsi di politiche belliche contro gli armeni”. Il Metz Yeghérn, o il grande male, consumatosi fra il 1915 e il 1921 e finalizzato all’annientamento della popolazione armena, è stato definito il peccato originale del Novecento.
Da allora fino ai nostri giorni, la Repubblica di Turchia, erede diretta dell’Impero ottomano, non è stata sanzionata né punita, come invece è accaduto alla Germania alla fine della Prima guerra mondiale, né tantomeno obbligata a fare i conti con la propria tenebra genocidaria, com’è avvenuto in seguito alla caduta del nazismo. Gli armeni sono tuttora sotto l’attacco di Ankara e di Baku, sono vittime di pulizia etnica e di etnocidio nei territori dell’Artsakh (o Nagorno-Karabakh) nel silenzio quasi assoluto del mondo libero. Funzionale alle antiche e nuove politiche antiarmene è appunto un inquietante e mostruoso negazionismo del Metz Yeghérn perdurante da oltre un secolo. Tale negazionismo, “di Stato” in Turchia e in Azerbaigian, trova ora insidiosa sponda anche in Occidente grazie a politici, giornalisti e intellettuali compiacenti e a finanziamenti a dipartimenti accademici.
(*) Non ti scordar di me. Storia e oblio del genocidio armeno di Vittorio Robiati Bendaud, con saggio introduttivo di Paolo Mieli, Liberilibri 2025, Collana Altrove, 216 pagine, 18 euro
Aggiornato il 17 aprile 2025 alle ore 12:55