
La voce risuona profonda nella sala della Protomoteca in Campidoglio, tra busti vetusti e allori d’epoca. È il giorno, tra l’altro, di re Carlo III e della regina Camilla in visita ufficiale e Roma caput mundi pare sconvolta tra lavori del Giubileo, turisti, curiosi e traffico al culmine. Tuttavia la voce di Enrico Vanzina, sceneggiatore e produttore del cinema tricolore, si sparge calma come un monito dal tempo: “Non cercatelo, non ci sarà un altro Mario Carotenuto”. Lo sguardo di Gloria Satta, storica giornalista del Messaggero che lo intervista sull’epopea dell’attore, si fa nostalgico e affermativo. Enrico Vanzina, primogenito di Steno uno dei principali fondatori della commedia all’italiana, racconta un nutrito elenco di aneddoti che riscaldano i lavori della giornata in memoria del trentennale della scomparsa “del commendatore”. Un’iniziativa fermamente voluta dalla figlia, Claretta Carotenuto, e dalla Casa della commedia all’italiana, realizzata con il Patrocinio di Roma Capitale, Rai, Titanus, con il riconoscimento della Direzione generale cinema e audiovisivo del Ministero della Cultura e con la collaborazione di Rai Teche. Un’intensa giornata di proiezioni, evocazioni e testimonianze curata anche dall’approfondita conoscenza di Graziano Marraffa, presidente dell’Archivio storico del cinema italiano, che modera gli interventi e segnala il pregio della mostra iconografica curata dalla Cineteca lucana con una rassegna di locandine, manifesti e foto storiche.
“Si sente dire che non ci sono più gli attori di una volta”, osserva Vanzina. “Per rispondere devo partire da un fatto accaduto quando accompagnai mio padre, Steno, in America, come aiuto regista. Ai tempi, Andy Warhol curava una rivista di interviste ad attori internazionali. L’artista volle incontrare Alberto Sordi e io lo accompagnai per aiutarlo nella traduzione. Warhol chiese ad Albertone come facesse a coltivare un successo sempre sull’onda e lui gli rispose in modo semplice: Io sono sempre io. Era l’epoca dell’Actors Studio e di Lee Strasberg, di Paul Newman, Al Pacino e Meryl Streep, e c’erano due scuole. Una drammatica e l’altra risalente al Paradosso sull’attore, celebre saggio di Denis Diderot, per cui maggiore è la distanza dal personaggio e maggiore è la possibilità di osservarlo mantenendo se stessi. In fondo, come Sordi è sempre Sordi, Marcello Mastroianni è sempre Mastroianni, Jean Gabin è sempre Jean Gabin, Mario Carotenuto è stato certamente il forte carattere che ha attraversato un mare di pellicole, più di 150, di ruoli, oltre al teatro e poi alla tivù, riproponendo sempre il proprio marchio di fabbrica”.
Questa permessa rende omaggio alla carriera e alle interpretazioni di un gigante. Mario Carotenuto: chi non ricorda “la figura imponente e la voce di cristallo”, come lo ha descritto Andrea Pergolari, scrittore e saggista, sottolineando i cento volti e la maschera? E chi di una generazione non ha visto una parte di settant’anni di carriera, come ha rievocato Alberto Pallotta citando Febbre da cavallo, diretto nel 1976 da Steno? Mario dagli occhiali neri spessi, il commendatore truffaldino, l’eterno conquistatore, l’ironico e vitalissimo, “l’uomo nato con la camicia” che si distinse anche nelle pubblicità delle Special Capri che costavano 3.950 lire. Carotenuto, figlio di un antesignano del cinema muto e fratello di Memmo, di cui la figlia Claretta Carotenuto, che ha sottolineato anche l’attività teatrale paterna, ha ricordato che Mario si sentiva nato nel 1945: “Dopo 11 anni di guerra e tre di prigionia – racconta la figlia – era segnato, ma il cinema è stato la leggerezza e soprattutto la partecipazione collettiva al bene”. I numerosi testimoni, che si succedono sul palco, narrano come i set fossero riunioni di amici di quell’Italia quotidiana dei film di Alberto Lattuada, delle trilogie di Dino Risi con Pane amore e…, Poveri ma belli e Il mattatore, ai campioni d’incasso come Steno, Luigi Zampa e Lo scopone scientifico di Luigi Comencini fino a Ettore Scola.
Per parlare di Carotenuto occorre il volume scritto da Domenico Palattella, commentato da Nuccio Guerino Bovalino, consigliere per l’Innovazione del Ministero della Cultura, e da Massimo Veneziano, amministratore delegato della Titanus: Il commendatore della commedia all’italiana. Tutto il cinema di Mario Carotenuto (Il Foglio Letterario Edizioni 2025). “La chiamano la nostalgia di ciò che non abbiamo vissuto per cronologia, ma che ha costruito dentro di noi paradigmi”, osserva Bovalino. “La Titanus con la commedia all’italiana è diventata la grande azienda del cinema dal 1904 ai nostri giorni”, ha detto Veneziano, portando i saluti del presidente Guido Lombardo, erede dello storico Goffredo Lombardo degli anni d’oro de Il Gattopardo di Luchino Visconti. Erano uomini semplici, buoni, solidali. E puliti. La carrellata di ricordi evoca talento, tecnica, operosità. Diligenza. Alvaro Vitali svela che lui sul set ci andava “se Mario c’era”. E Mario nel decennio degli anni Ottanta i film li ha girati tutti. Pippo Franco ricorda il collega colto, allegro, divertente: “Sui set ci divertivamo”. “Carotenuto era rispettatissimo da tutti, dai Alberto Sordi, Nino Manfredi, Vittorio Gassman”, sottolinea il critico Marco Giusti. Spostavano pubblici, erano romani ma varcavano i confini. “Mario è stato anche il protagonista dei musicarelli tra il 1959 e il 1970, i film che si basavano sui successi musicali delle canzoni dell’epoca”, spiega il giornalista Gianmarco Cilento. E la figlia Claretta ricorda come il padre tenesse al teatro, essendo stato interprete de L’opera da tre soldi di Bertolt Brecht diretta da Giorgio Strehler, che gli valse il Premio San Genesio nel 1956, a cui seguì il Nastro d’Argento nel 1973 per Lo scopone scientifico di Comencini. E poi la prosa e la radio. “Mario Carotenuto sarà eterno nella sua Roma”, conclude Enrico Vanzina. Il signore con la camicia del talento e della simpatia non passerà mai di moda.
(*) Il commendatore della commedia all’italiana. Tutto il cinema di Mario Carotenuto di Domenico Palattella, Il Foglio Letterario Edizioni 2025, 600 pagine, 19 euro
Aggiornato il 11 aprile 2025 alle ore 13:27