
Può una faina diventare nibbio? Dipende dal mestiere che fa. Per esempio, se ha un QI di 170 ed è un mago della cybersecurity della criptografia, allora può benissimo passare dai megaschermi e dalle schede grafiche super sofisticate della Cia, a spia operativa con licenza (autoconferita) di uccidere. Lui, il protagonista metà faina e metà nibbio del film Operazione vendetta (in uscita nelle sale italiane da oggi), per la regia di James Hawes, si chiama Charlie Heller (impersonato da un non convincente Rami Malek, assai poco empatico nel ruolo), innamoratissimo di sua moglie Sarah (Rachel Brosnahan), che gli ha regalato per il suo compleanno un Cessna decisamente malandato e in disuso, prima di partire per Londra, dove verrà assassinata dopo essere stata presa in ostaggio da un commando di terroristi. Con le sue potenti armi numeriche digitali, Charlie rimette assieme i pezzi di un complicatissimo mosaico di immagini riprese migliaia di telecamere da migliaia di telecamere, installate all’interno e all’esterno dell’edificio dove ha avuto luogo l’assalto londinese di commandos, per avere volti, nomi e cognomi dei responsabili da portare all’attenzione di Moore (Holt McCallany) e del suo secondo. Con grande sorpresa di Charlie, nessuno dei due superiori sembra voler dar peso alla scoperta del loro collaboratore che, esasperato, gioca l’arma del ricatto avendo decriptato file molto compromettenti nei confronti di Moore, reo di aver permesso l’esecuzione di operazioni coperte non autorizzate, a danno di Stati alleati e delle loro istituzioni.
Con grande abilità, Charlie copia i file originali e quelli manipolati per occultare la verità, costruendo delle vere e proprie bombe digitali a orologeria, destinate a “esplodere” (come notizie date in pasto ai principali organi di stampa statunitensi), nel caso che l’agenzia attentasse alla sua vita. In cambio del suo silenzio, chiede che gli venga fornito un vero e proprio addestramento da agente operativo con licenza di uccidere. Ottenuta obtorto collo l’autorizzazione, al suo addestramento provvede un ufficiale anziano il più esperto in materia, il colonnello Henderson (Laurence Fishburne), che poi assiste sconsolato agli insuccessi addestrativi del suo allievo. L’intrigo è una fitta trama di spie buone e di agenti cattivi, i primi sguinzagliati dalle direttrice della Cia che non si fida di Moore che, a sua volta, aveva attivato prima di lei i suoi fedelissimi per neutralizzare il suo agente che voleva vendicare autonomamente la morte della moglie Sarah. Ma Charlie ha i suoi begli assi nella manica: la prima si chiame in codice Inquiline (Caitriona Balfe), la moglie di un ex spia del Kgb, volato come tanti suoi pari dalla finestra, con base in Turchia e anche lei una maga dei codici informatici e della cybersecurity.
In un giro del mondo assai improbabile, quanto spettacolare, che va da Parigi a un porto sperduto nella Russia, sempre munito dei suoi inseparabili accessori, cellulari e pc, Charlie compie in modo rocambolesco le sue vendette, un po’con l’aiuto del caso, un po’ con congegni informatici con innesco a distanza, in grado di fratturare lastre di vetro spesse metri o di far esplodere piccole cariche mortali a distanza di sicurezza. Ovviamente, complice del male Made in Usa saranno persino i post sovietici, pronti a fare fuori l’amico del proprio nemico, certi che un giorno quel favore verrà loro ricambiato. Molti degli incontri con amici e nemici sono per nulla o maldestramente giustificati, rendendo il film solo una sarabanda di codici che scorrono sugli schermi e di video rubati per la localizzazione reciproca dei bersagli e degli obiettivi fisici e umani. Ovviamente, se si carica (piuttosto inutilmente) la narrazione sui miracoli ipertecnologici, si fa un torto alla complessità della storia che, invece, si vorrebbe umanissima, inaridendola e allungandola eccessivamente oltre i tempi fisiologici di durata. Il finale, a sorpresa, riscatta parzialmente gli eccessi tecnologici e la trama di spie e contro spie, i cui personaggi non sono ben definiti, né caratterialmente connotati, per collocarsi nella scia più tradizionale della giustizia ordinaria e delle operazioni di polizia contro la grande criminalità.
Aggiornato il 10 aprile 2025 alle ore 13:11