Per la rubrica de L’Opinione delle Libertà che dà voce e spazio ai volti noti e a quelli meno conosciuti della letteratura italiana, questa settimana vi consigliamo il libro “Il naufragio” di Daniel Albizzati (Fazi Editore).
L’autore è nato a Stoccolma, laureato in Marketing e Giornalismo, scrive racconti e articoli su «Il bestiario degli italiani». Lavora nel cinema e nell’editoria. È direttore editoriale della narrativa di GOG Edizioni. Con Fazi Editore, nel 2019, ha pubblicato Le avventure di Mercuzio. Il naufragio è il suo secondo romanzo.
La Storia
Un viaggio esistenziale tanto duro quanto intimo, un romanzo di formazione dalle tinte fortemente riflessive.
La caratteristica principale di quest’opera è riscontrabile nella sua capacità di coinvolgere il lettore fin dalle prime pagine. Difficile, infatti, uscire illesi dal caos mentale che avvolge il protagonista della vicenda narrata.
“In mezzo all’oceano Atlantico c’è una piccola isola dove confluiscono tutte le correnti trasportando i rifiuti e la plastica che galleggiano sull’acqua. In questo luogo fuori dalle mappe è naufragato Vadim, un ragazzo della periferia romana in fuga dai propri guai, che è sopravvissuto a una pericolosa tempesta aggrappandosi a un container caduto dalla nave su cui viaggiava. Sempre con la speranza di avvistare i soccorsi all’orizzonte, Vadim riempie il suo tempo, tolto quello legato ai problemi di mera sopravvivenza, scrivendo un diario delle sue giornate e riordinando la spazzatura che sommerge l’isola. Purtroppo, nel container approdato insieme a lui di utile non c’è nulla: è pieno di libri e basta. La solitudine si protrae per giorni, settimane, e i rimorsi e i sensi di colpa del passato tormentano Vadim in maniera insopportabile. Ormai la lotta più dura è quella per continuare a esistere con i rimproveri di una coscienza sempre più invadente e l’affievolirsi della speranza di essere tratto in salvo”.
Un cammino interiore tanto burrascoso quanto necessario, un’autoanalisi doverosa e formativa. A volte infatti può essere utile allontanarsi dai luoghi a dalle persone a noi più care per poter vedere meglio e riflettere sul valore che queste hanno per noi. Una storia emozionante attraverso la quale l’autore tenta di contrastare la deriva morale che attanaglia i nostri tempi.
Aggiornato il 21 marzo 2025 alle ore 12:34